A distanza di vent’ anni dalla strage di via D’Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino e altri cinque agenti della sua scorta, questa mattina la Dia di Caltanissetta ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Alessandra Giunta. Gli indagati sono il capomafia palermitano Salvatore Madonia, 51 anni,Vittorio Tutino, 41 anni, Salvatore Vitale, 61 anni, tutti gia’ detenuti e Calogero Pulci, 52 anni, quest’ultimo accusato di calunnia aggravata perché nel processo “Borsellino Bis” incolpò illecitamente Gaetano Murana, di aver partecipato alla progettazione dell’attentato. Salvatore Madonia è considerato invece, uno dei mandanti della strage.
La Procura di Caltanissetta, ha potuto ricostruire la drammatica vicenda, grazie alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che rubò la Fiat 126 imbottita di esplosivo. La sua confessione ha portato alla scarcerazione di sei innocenti. Secondo le dichiarazioni della Procura, Borsellino fu ucciso perché considerato un ostacolo alla trattativa del boss Totò Riina con lo Stato. “Dalle indagini è risultato che della trattativa era stato informato anche il dott. Borsellino il 28 giugno del 1992. Quest’ultimo elemento aggiunge un ulteriore tassello all’ipotesi dell’esistenza di un collegamento tra la conoscenza della trattativa da parte di Borsellino, la sua percezione quale ostacolo da parte di Riina e la conseguente accelerazione della esecuzione della strage”
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