Questa mattina il portavoce della Farnesina, Giuseppe Manzo, ha comunicato la notizia dell’incontro fra il console italiano a Calcutta, Joel Melchiori e il ministro dell’Interno dello Stato indiano di Orissa, per discutere sulla vicenda dei due turisti italiani rapiti lo scorso mercoledì da un gruppo di ribelli maoisti. Sabyasachi Panda, leader degli autori del sequestro, ha annunciato oggi in un messaggio audio giunto all’emittente Ibn-Cnn, che i due italiani, Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, “stanno bene e ricevono cibo regolarmente”. Nello stesso messaggio i guerriglieri hanno annunciato un cessate il fuoco unilaterale e la nomina di tre persone che hanno il compito di dialogare con il governo locale: Narayan Sanyal, leader maoista in carcere nello Stato di Jharkhand, Dandapani Mohanty, già nel ruolo in un sequestro del 2001, e Biswapriya Kanungo, avvocato e attivista per i diritti umani.
Paolo e Claudio si trovano in India dal 12 marzo per un trekking di cinque giorni tra le foreste della regione. A quanto pare, Bosusco dal 2001, gestisce a Puri un’agenzia di viaggio, l’Orissa Adventurous Trekking, specializzata nelle tribù primitive della regione. Il suo lavoro consiste proprio nell’organizzazione, secondo le esigenze dei suoi clienti, di trekking e spedizioni nelle zone più integre dell’Orissa, sia dal punto di vista ambientale che etnografico. Sul sito web dell’agenzia si legge inoltre che ”Tutti gli itinerari sono svolti sempre a piedi seguendo gli stessi sentieri usati dalle popolazioni tribali. Gli incontri con la gente del posto sono una vera esperienza di vita; muovendoci nelle loro giungle, con gli stessi sentieri usati da loro, dormendo a volte nelle loro capanne, condivideremo per un attimo la loro vita, le loro gioie e dolori, instaurando dei rapporti genuini e onesti con le popolazioni che vivono ancora una vita secondo le loro antiche usanze e tradizioni”.
Negli ultimi tempi però, proprio il governo dell’Orissa ha stabilito delle nuove regole più severe per i turisti stranieri e i ricercatori che visitano quelle zone tribali proprio per la loro genuinità ambientale ed etnografica. Questa misura è stata adottata a causa di un video, considerato alquanto offensivo, in cui alcuni turisti indiani chiedevano ad una tribù delle isole Andamane di ballare davanti alle telecamere. In un comunicato degli estremisti si legge che “Le tribù non sono degli oggetti da offrire ai turisti e le aree tribali non accettano il turismo. Coloro che le violano dovrebbero essere arrestati e puniti”. Lo stesso leader del gruppo di maoisti, ha accusato Bosusco di sfruttare le ricchezze della zona per il proprio tornaconto. Inoltre, fonti diplomatiche affermano che la Farnesina già da 4 anni, sconsiglia i viaggi nella zona in cui sono stati rapiti i due turisti italiani, controllata dai guerriglieri maoisti. Un “consiglio” che probabilmente, non avrebbe motivo di esistere se i turisti fossero più rispettosi nei confronti delle tribù che vivono allo stato primitivo, lontano dalla nostra civiltà.
Non è questo però il caso di Paolo e Claudio, che possono considerarsi da ben 15 anni veri e propri appassionati delle culture delle tribù primitive di oggi. Il rapimento dei due è avvenuto a Kandhamal, mentre scattavano delle foto in una zona in cui era vietato, e sono stati portati via da esponenti del gruppo Basadhara. In un primo audiomessaggio il capo del gruppo di Maoisti ha spiegato che “Bosusco e Colangelo hanno scattato delle riprovevoli fotografie a donne che facevano il bagno in un fiume. Abbiamo arrestato due turisti italiani che come centinaia di turisti stranieri trattano la gente locale come scimmie e oggetti ridicoli. Questo è contro l’umanità e vogliamo che la popolazione si sollevi”. Fra le richieste dei rapitori c’è il rilascio di tutti i prigionieri politici innocenti, istruzione gratis a tutti gli studenti fino alle superiori, mantenimento dello statuto speciale delle tribù, acqua potabile per tutti i villaggi dell’Orissa e strutture mediche e ospedaliere gratuite. Uno dei punti più importanti dell’ultimatum, è la richiesta di un divieto di ingresso per turisti e stranieri nelle zone tribali, tentativo disperato di recuperare la libertà di vivere secondo le proprie leggi e la propria cultura, senza sentirsi oggetto di scherno da parte della società “civile”.
Anna Panarella
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