Donne e motori, gioie e dolori. Recitava così un detto passato alla storia e di cui gli uomini hanno abusato nel corso degli anni. Non è più così! È notizia ufficiale di questa mattina, 10 aprile 2012, quella concernente Monisha Kaltenborg come primo team principal donna della F1. Quarantuno anni, indiana. Le parole di Peter Sauber non lasciano dubbi «Ho sempre detto che non sarò seduto sul muretto dei box ad aspettare i 70 anni. Con certezza il mio successore è Monisha Kaltenborn. Questo è sicuro, ma quando lo scambio di consegne arriverà è una questione ancora aperta. Lei sarà comunque il primo team manager femminile nella storia della Formula Uno».
La prima in assoluto nella storia. In un campo, quello dei motori, in cui l’uomo è sempre stato l’unico protagonista. Altra iniziativa di notevole rilevanza è quella denominata “Buzz Wall”. Nonostante l’immaginario collettivo, la celebre casa produttrice Harley Davidson dedica alla motociclista uno spazio dove poter raccontare le proprie sensazioni ed emozioni quando il vento attraversa i capelli e le mani – ferme sul manubrio – tengono salda la strada sotto le ruote. “Your life, your voice, your ride”. Spicca questa frase nella pagina della casa produttrice. Numerosi i tweet inviati e condivisi, per cui basta aggiungere #harleywomen. La motomania tutta al femminile impazza su internet. E se, da una lato, viene sentita come un pericolo stradale, dall’altro il fascino della donna in sella è – da sempre – una fantasia maschile. Ispira forza, coraggio, libertà e…sesso! Secondo il Centro Studi e Documentazione Direct Line, sono i milanesi (con il 23 percento) a trovarle più sexy. Inoltre, sempre dati alla mano, la motociclista è più coraggiosa del 14 percento, che stia alla guida oppure come passeggero.
“La Moto è donna” è stata anche la prima analisi presentata dall’Associazione Motocicliste. Nel 2003 se ne contavano già 100.000, solo in Italia. Ben il tre percento del mercato nazionale. Il trend successivo può contare un aumento variabile tra i 15.000 e i 20.000 ogni due anni. Per quanto concerne l’età delle motocicliste, circa il due percento non raggiunge i 20 anni. Segue la fascia delle over 40 con il 15 percento. Mentre vanno per la maggiore le donne tra i 20 e i 29 anni con il trentadue percento e raggiungono il 51 percento quelle appartenenti al decennio successivo. Anche le marche hanno una scala di preferenze. Il parco moto si compone di diverse case produttrici. Honda (26 percento), Suzuki (19) e Yamaha (13) vanno per la maggiore. Seguite dalla Ducati con il 13 percento, la Kawasaki (12), la Bmw e l’Aprilia con, rispettivamente, il cinque e quattro punti percentuali.
L’identikit, dal punto di vista socioculturale, della motociclistica è caratterizzato dalla sicurezza e dalla fiducia nella propria persona. Si tratta di donne che impegnano il tempo libero in attività sia culturali che ludiche, in relazioni fruttuose intorno a cui gira il loro mondo. Come si legge nella rivista Euromoto, «L’autorappresentazione è l’area decisamente dominante che spiega ed “organizza” il rapporto e le scelte delle donne in termini di 2 ruote. Ma altre due aree, divertimento e passione per l’oggetto in sé contribuiscono a descrivere, seppur con peso minore, gli atteggiamenti femminili verso scooter e moto».
Roberta Santoro
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