Questa è una notizia che in Campania, come nel resto d’Italia (si spera!), si attendeva da tempo: il piano di restauro per salvare gli scavi di Pompei sta diventando realtà. Un intervento “non solo nell’interesse dell’Italia, ma dell’intero patrimonio storico europeo” secondo Johannes Hahn, che ha aggiunto: “avrà un impatto positivo sul turismo e sull’economia della zona, e quindi su tutti gli abitanti nella regione”. Pochi giorni fa la Commissione Europea ha dato il via libera per un finanziamento di 105 milioni di euro del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale da destinare al restauro, alla conservazione e al mantenimento dell’area archeologica di Pompei. Area archeologica di enorme prestigio per l’Italia, ma da tempo afflitta da crolli rovinosi e ripetuti, dovuti all’incuria delle istituzioni preposte alla salvaguardia dei nostri beni culturali e all’inciviltà dei cittadini oltre che agli inevitabili deterioramenti prodotti dal clima nel corso dei secoli.
L’ingente investimento – proveniente dal riorientamento dei fondi nell’ambito del programma per Campania, Puglia, Calabria e Sicilia “Attrattori culturali, naturali e turismo” per il periodo 2007-2013 – mira a consolidare le strutture ad alto rischio ed, in particolare, a costruire un nuovo sistema di canalizzazione e drenaggio per prevenire infiltrazioni d’acqua; si prevedono, inoltre, miglioramenti ai servizi per i visitatori ed una più adeguata formazione per il personale addetto al sito.
Già definite le principali linee d’azione per il restauro dell’area archeologica pompeiana: rilievi e diagnostica costeranno circa 8 milioni e 200mila euro, mentre il consolidamento delle opere, intervento necessariamente più oneroso, impegnerà ben 85 milioni, dei quali 47 saranno utilizzati per finanziare 39 progetti già redatti dalla soprintendenza ed i restanti 38 milioni saranno destinati ad opere da progettare. Per quanto riguarda, invece, l’adeguamento dei servizi ai visitatori saranno investiti 7 milioni; infine, 2 milioni andranno a potenziare la sicurezza e la telesorveglianza, ed ulteriori 2 milioni e 800mila euro saranno impiegati per il rafforzamento della struttura organizzativa e tecnologica.
Questo, in poche parole e tante cifre, è il “Grande Progetto Pompei”, che il Presidente del Consiglio Mario Monti ha presentato a Napoli, il 5 aprile scorso, alla presenza dei Ministri Barca, Ornaghi, Profumo e Cancellieri, del sindaco di Napoli De Magistris, del presidente della regione Campania Caldoro e del sindaco di Pompei D’Alessio. Un progetto che si preannuncia imponente ma, soprattutto, votato alla trasparenza e alla legalità: “è necessario che Pompei resti in piedi con elevati standard di qualità e con il contributo di imprese oneste e innovatrici – ha dichiarato Monti – nonostante le sue condizioni e la scarsa qualità dei servizi offerti, attira in media 6000 visitatori al giorno, con punte di ventimila in alcuni giorni dell’anno. Potrebbero essere di più e trattenersi invece di fuggire subito e potrebbero spendere di più per prodotti di qualità”.
Già lanciati i primi 5 bandi per il restauro architettonico della Casa di Sirico, il restauro e il consolidamento delle strutture della casa del Marinaio, il restauro strutturale e architettonico della casa dei Dioscuri, il restauro architettonico della casa delle Pareti rosse ed, infine, il restauro e il consolidamento delle strutture della Casa del Criptoportico. A guidare il gruppo di lavoro per il rispetto delle norme relative alla legalità e alla sicurezza del “Grande Progetto Pompei” sarà il prefetto Fernando Guida, mentre Invitalia – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa sarà presente in qualità di advisor tecnico, offrendo supporto tecnico, amministrativo e progettuale agli enti coinvolti. In particolare, la trasparenza sarà garantita da alcune nuove misure di sicurezza come la presentazione dei certificati antimafia a prescindere dall’importo dei lavori, l’utilizzo di bonifici online, il controllo dei flussi finanziari e l’accensione di conti correnti specifici per i lavori appaltati, da parte delle imprese selezionate per le opere di restauro e messa in sicurezza del parco archeologico.
E a quanti, leggendo queste righe, si stanno preoccupando per lo stato in cui verserà il sito archeologico nei prossimi tempi – trasformato in cantiere proprio mentre schiere di turisti, in vista della bella stagione, si preparano ad affollare la regione – la soprintendente speciale di Napoli e Pompei Teresa Elena Cinquantaquattro assicura: “il sito rimarrà sempre aperto e sarà fatto un grande lavoro di gestione del piano dei cantieri per ridurre l’impatto sui visitatori”.
Sara Di Somma
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