Ancora una volta il vecchio leone vince a Napoli e mette il suo delfino come potenziale sindaco della città. Ha vinto l’erede di una discussa stagione politico-amministrativa, che promette discontinuità con gli ultimi 18 anni di governo di centrosinistra a Napoli dopo esserne stato uno dei principali dirigenti, prima da segretario napoletano dei Ds e poi da assessore regionale all’Agricoltura e alle Attività Produttive nell’ultima giunta Bassolino. Cozzolino ha strappato il successo alle primarie per il candidato sindaco del centrosinistra sconfiggendo di circa 1200 voti il superfavorito Umberto Ranieri, responsabile nazionale Sud del Pd, dato in testa in tutti i sondaggi. Grande festa al comitato elettorale di Cozzolino, allestito al secondo piano di un palazzo signorile di Corso Umberto. Al piano di sopra c’è la sede della Fondazione Sudd, creata e presieduta da Bassolino.
Ma quella del fedelissimo dell’ex Governatore della Campania è una vittoria intinta nel veleno di una giornata attraversata da accuse di brogli, voto inquinato e affluenze sospette in certe zone. A Miano, nel seggio di via Ianfolla, Cozzolino raccoglie 1067 preferenze, 867 in più di Ranieri. Un record: con il seggio aperto 13 ore, si calcola che ogni votante sarebbe riuscito a far registrare la sua preferenza in un solo minuto. A Secondigliano Cozzolino conquista 604 preferenze e stacca Ranieri di 364 preferenze. In questi due seggi l’ex assessore regionale scava un solco di 1200 voti di vantaggio su Ranieri, esattamente quelli che manterrà sino alla fine. Ma sono due dei seggi sui quali Mancuso e Ranieri hanno puntato il dito segnalando presunte irregolarità.
Lo spoglio attribuisce 16358 preferenze a Cozzolino (37,3%), 15137 a Ranieri (34,6%). Affluenza boom: l’obiettivo era quello di raggiungere quota 30.000, abbondantemente superata. Il dato è fonte di polemica sul modo in cui è stato raggiunto, tra chi esulta per la dimostrazione di radicamento sul territorio nonostante la pioggia e il gelo, e chi denuncia l’invasione di truppe gialle degli apparati e dei potentati locali. Per non dire peggio. A Barra Sinistra e Libertà ha abbandonato il seggio di corso Sirena 63, sede di Sel e della fabbrica di Nichi Napoli Est, proprio a fianco di un circolo Pdl, denunciando “la prassi di far votare senza tessera elettorale e un consistente e organizzato flusso di persone che senza alcun pudore passa dalla sede del Pdl a ritirare il fac-simile della scheda e poi viene a votare”.
Lungo è l’elenco delle segnalazioni di anomalie e illeciti. E’ ancora mattina quando Corrado Gabriele e Angela Cortese, consiglieri regionali vicini a Bassolino ma sostenitori di Oddati, diramano un comunicato in cui affermano: “abbiamo avuto modo di verificare che in alcuni seggi a Scampia, a Barra e nel quartiere di San Carlo all’Arena personaggi estranei al Pd hanno condizionato il voto portando a votare persone in cambio di banconote”. In quelle stesse ore Mancuso riferisce che a Barra, San Giovanni, Secondigliano, Scampia, Piscinola e Poggioreale (alcune tra le zone più povere di Napoli), vanno a votare esponenti di associazioni e di comitati “che fanno notoriamente riferimento al centrodestra”, mentre un rappresentante di lista di Sel viene aggredito. Anche il comitato Cozzolino parla di gravi irregolarità in alcuni seggi dei Quartieri Spagnoli e di piazza Dante, mentre Ranieri chiede l’intervento dei garanti: “Abbiamo notizie di illeciti a Barra, Miano e ai Quartieri Spagnoli”. Il coordinatore della segreteria nazionale del Psi Marco Di Lello, partito schierato con Ranieri, va giù durissimo: “Il dato di affluenza preoccupa, è la conferma della discesa in campo degli apparati di potere che hanno ‘sgovernato’ Napoli, anche alla luce dei picchi nelle zone dove più forte è il bisogno e meno libero il voto”. Tira una sintesi il segretario provinciale del Pd Nicola Tremante: “Il voto di oltre 41mila napoletani attesta il successo di queste primarie, la partecipazione è andata oltre le previsioni. Sono stati annunciati ricorsi per pretese irregolarità che vedrebbero alterato il risultato finale. Sarà compito del collegio di Garanzia valutare la loro fondatezza”.
Atmosfera plumbea e surreale al Palapartenope. Doveva essere il quartier generale dello spoglio e del dibattito sul voto, ma la sala stampa resterà vuota tutta la notte e nessun candidato si farà vivo. Bisognerà quindi recarsi al comitato di Cozzolino per strappare qualche battuta al vincitore che non mostra alcuna preoccupazione sulla convalida del risultato. Il futuro candidato sindaco mostra un leggero attimo di sbandamento solo all’una meno dieci, quando in pullover azzurro e sorriso smagliante Cozzolino entra nella sala riunioni per pronunciare una dichiarazione e poi, dopo aver ricevuto una telefonata, cambia idea, fa dietro front e scompare in una saletta, mentre l’ufficio stampa si affretta a dire: “Parliamo solo a risultati ufficiali”. Sono gli attimi in cui vanno in Rete le accuse di brogli da parte dei rivali. Venticinque minuti dopo Cozzolino riappare e si concede ai microfoni. Una campagna elettorale è appena finita e un’altra ben più dura per le amministrative di Napoli è già cominciata, ma alle spalle c’è Don Antonio e molte cose sono ancora possibili.
Vincenzo Branca
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