Una analisi seria del voto amministrativo ci porta alle seguenti considerazioni:
1- I principali partiti, Pdl e Pd restano sulle stesse posizioni che avevano prima del 15 maggio;
2- La sinistra estrema di Vendola non fa nessun grande risultato in quanto il voto di Milano è un voto atipico che misura il grado di rottura di palle degli italiani contro la politica in generale, pertanto chiunque al posto di Pisapia avrebbe vinto, l’importante che non fosse stato l’espressione del passato;
3- A Napoli ha vinto Masaniello e una parte pari ad appena i due terzi della metà della popolazione votante era pronto a sostenerlo, anche perché stavolta vogliono una testa da infilzare su un palo e trascinarla per le vie della città se come si pensa accadrà che fra un mese la monnezza supererà il primo piano delle case;
4- Alla fine se si contano realmente le città e le province perse dal centro destra queste assommano solo a due, quindi mi chiedo “dov’è la Vittoria, l’è porga la chioma etc.”; Se si guarda il riepilogo, il centrodestra aveva 10 comuni capoluogo, ora ne ha otto. Aveva quattro province, e ora ne ha quattro. Il centrosinistra aveva 20 comuni capoluogo e ora due in più e continua ad avere sette province. Quindi, a parte Napoli e Milano, fatti certamente gravi, il resto è una partita pari e patta.
La verita è che il vento sta cambiando nel Paese, Berlusconi ha finito di raccontare barzellette, se non capisce che il momento è solenne e che è necessario fare almeno un paio di cose in economia e in materia di grandi riforme è belle e spacciato, la cosa grave è che queste elezioni hanno dimostrato che nonostante la vittoria straripante di Masaniello a Napoli, il suo partito non aumenta consensi anzi li perde mentre il partito di Fini con Rutelli é poca cosa, e lo stesso partito democratico resta indietro rispetto al Pdl di almeno tre punti percentuale.
Pertanto non esiste allo stato delle cose alternativa a questa maggioranza, se il Pd non esce dall’equivoco dalemiano della grande ammucchiata recuperando lo spirito veltroniano del maggioritario, saranno guai seri per il Paese che per ancora due anni si troverà avvinghiato nelle paludi berlusconiane del tirare a campare con tutte le conseguenze per l’economia e per un disastro complessivo ormai quasi ineluttabile. Tutto questo mentre Vendola muove i primi passi su Milano e il Cavaliere lancia i suoi anatemi contro la città di Napoli che ha scelto l’inesperto e incapace ex magistrato come sindaco.
Presto gli abbattimenti di migliaia di alloggi abusivi andranno a minare la friabile economia campana mentre i militari di La Russa non alzeranno più monnezza e il Cavaliere non farà più miracoli.
La solita storia che si ripete e si ripeterà all’infinito e come dice la canzone antica: “Ognuno viene, assaggia prende e se ne va!”.
Vincenzo Branca
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