Questa settimana ha attirato la mia attenzione un’ inchiesta di Altroconsumo associazione impegnata nell’ informazione e la tutela dei consumatori che ha mostrato come negli ultimi due anni la bolletta dell’acqua sia aumentata notevolemente in tutta Italia. L’aumento medio secondo questo studio è stato del 12,5% annuo per famiglia. Firenze è risultata la città più cara con spese di 506 euro all’anno per il servizio idrico. Poi Parma, Ravenna e Pesaro. Rincari bassi a Catania, Brescia e Potenza. Il problema, sottolinea Altroconsumo, è che ci vogliono più regole.
Infatti l’associazione ha affermato che: si dovrebbe creare un’ agenzia nazionale autorevole e indipendente, che definisca un quadro di norme per vigilare sulle tariffe e raccogliere dati sui soggetti gestori, in modo che investimenti sbagliati e inefficienze non causino ulteriori rincari. Tempestivamente Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua, ha smentito questo dato decretandolo falso e dicendo: A chi conviene continuare a sparare cifre a casaccio? non e’ questo il tempo delle verita’, anche scomode? Ecco le nostre bollette reali. Nei 49 Comuni serviti da Publiacqua con 1.3 milioni di abitanti, il consumo medio e’ di 117 metri cubi l’anno e il costo medio della bolletta e’ di 240 euro, Iva compresa. Dai 30 ai 50 euro in meno rispetto alla bolletta occulta pagata in media ogni anno da ogni famiglia toscana per acquistare acque minerali, e senza lamentarsi. D’altra parte l’Associazione ha calcolato i costi ipotizzando un consumo di acqua di 200 metri cubi l’anno. Luciano Baggiani, presidente dell’ Associazione dei gestori del servizio idrico (Anea) dice che il problema è la disomogeneità del territorio: le tariffe sono più elevate dove le condizioni strutturali lo impongono, perché sono stati fatti in passato meno investimenti, perché le fonti sono lontane dai centri abitati, perché l’ orografia influisce sulla qualità dell’ acqua. Intanto i movimenti del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua hanno cominciato a farsi sentire in varie città italiane. Il presidente di Altroconsumo Paolo Martinello ha affermato che a prescindere che l’acqua sia pubblica o privata, serve subito una regolamentazione a livello nazionale.
Al di là di queste dichiarazioni il problema è che bisogna scegliere tra i privati o l’ aumento delle tariffe. Il 12 e 13 giugno scorso milioni di italiani, attraverso il referendum, hanno deciso a schiacciante maggioranza che la gestione degli acquedotti dovesse essere preclusa ai privati, ma di fatto poi i comuni non hanno i soldi per gli interventi. In Italia fino a oggi non c’è stato un sistema centralizzato di gestione del servizio idrico,manca la trasparenza, e c’è un assenza di regole per le tariffe. Vi lascio con 11 consigli per il risparmio dell’acqua che tutti noi possiamo mettere in atto quotidianamente.
Giuseppina De Angelis
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