Il celebre dramma shakespeariano “Riccardo III” è riproposto oggi dal famoso attore Alessandro Gassmann a tutto il popolo italiano in una tournèe partita a febbraio da Padova e che si concluderà a fine mese presso il teatro Goldoni di Venezia, di cui Gassmann è direttore. Tra le tappe della tournèe c’è anche la città partenopea che ospita l’opera dal 09 al 14 aprile presso il teatro Bellini. Tra le scene curate da Gianluca Amodio che rievocano il tardo gotico e le musiche originali e non ( sono presenti “citazioni” di brani di Ray Charles e dei Dire Straits) curate da Pivio e Aldo de Scalzi, Gassmann, nei ruoli di regista ed attore protagonista, si confronta per la prima volta con Shakespeare e confessa di avere inizialmente avuto con l’opera “un certo distacco, un approccio timoroso.. forse per l’incombenza di gigantesche ombre familiari”. Certamente non è stato più semplice il confronto con il testo caratterizzato da un “linguaggio complesso e articolato” e che dalle traduzioni risultava “oscuro ed arcaico”. Difficoltà superate solo grazie al contributo del traduttore Vitaliano Trevisan, che ha dapprima affascinato l’attore con un suo adattamento di un’opera minore goldoniana, e che ha poi condiviso con lui “l’idea di trasmettere i molteplici significati di questo capolavoro attraverso una struttura lessicale diretta e priva di filtri, che ne restituisse la complessità, la forza, la bellezza, la straordinaria attualità”.
Il dramma, ultimo di quattro opere della tetralogia minore di William Shakespeare racconta le vicende della vita di Riccardo III, re malvagio e deforme, e della sostituzione sul trono inglese dei Plantageneti a vantaggio dei Tudor, con una scalata al potere avvenuta attraverso l’uccisione di tutti coloro che intralciano il suo cammino, donne e bambini inclusi.
“Il ‘nostro’ Riccardo – dice Gassmann – col suo violento furore, la sua feroce brama di potere, la sua follia omicida, la sua ‘diversità’ dovrà colpire al cuore, emozionare e coinvolgere il pubblico di oggi, trasportandolo in un viaggio affascinante e tragico, attraverso le pieghe oscure dell’inconscio e nelle ‘deformità’ congenite dell’animo umano”.
Un dramma dunque che vuole far intraprendere allo spettatore più che un viaggio nella storia, un viaggio interiore e che, pur ambientato nella seconda metà del ‘400 risulta molto attuale. Sarà forse proprio questo uno dei motivi determinanti per la notevole affluenza di un pubblico perlopiù giovanile, sicuramente anche attratto dalla notorietà di Gassmann e, non meno importante, dalle attenzioni rivoltegli dagli stessi teatri che hanno ridotto il costo dei biglietti, talvolta drasticamente, per studenti e giovanissimi.
Giovanna Vigliena
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