Carissimi ed affezionatisismi lettori, voi assidui frequentatori del web, sempre alla ricerca dell’ultima notizia da condividere sulla vostra timeline, saprete benissimo della guerra fra giganti di cui tanto si parla in questi giorni, era chiaro che sarebbe successo, lo attendevamo ed eccoci: un androide di nome Galaxy si arrampica sul palazzo della Mela morsa per cercare di divorarla completamente. Ci siamo, Samsung contro Apple, Apple contro Samsung come in un grande film di spionaggio industriale; una richiesta di risarcimento di 2,5 miliardi di dollari verrà discussa dinanzi al tribunale di San Josè, la Mela californiana accusa l’androide di nome Galaxy di averle sottratto i brevetti usati per i suoi dispositivi, l’androide si difende additando a sua volta la Mela di aver rubato le sue idee a ciò si aggiunge la puzza di una ipotetica distruzione di documenti di vitale importanza. Differenza semantica fra “brevetti” ed “idee”; chi mai avrà il diritto di venderci l’ultimo gioiello della tecnologia? Su quale schermo i nostri polpastrelli toccheranno testi, zoomeranno immagini? La Samsung non si arrende, torna al duemilasei, vuole a tutti i costi spuntarla, dimostrare che i seguaci di Steve Jobs non hanno avuto le prime idee per divina ispirazione, vuole che si conoscano i suoi studi in materia già in quell’anno ma la Apple non ci sta ed addirittura chiede ventiquattro dollari per ogni dispositivo ritenuto “clonato”, la Mela combatte e stringe i denti, per lei contano i brevetti e non le idee, conta il design, contano i custumers, ossia i consumatori ed a sua difesa testimonia, con tanto di documentazione mail, che molti utenti di Best Buy (il più grande rivenditore al dettaglio di elettronica di consumo negli Stati Uniti – 21% del mercato) hanno acquistato tablet Samsung, restituendoli, insoddisfatti, perchè, pensando di aver comprato un Ipad, ingannati dalla somiglianza, si son ritrovati fra le mani un Galaxy. Evidente scopo della Apple è quello di dimostrare che la somiglianza fra i prodotti rischia addirittura di trarre in inganno l’utente medio.
Mentre gli avvocati mela/androide litigano mi domando che differenza ci sia fra “simile” ed “identico” ed invoco dopo settimane l’esperto di turno, ricorro a Giorgio Giacometti italianissimo docente di filosofia, lascio qui un suo virgolettato per sottoporlo alla vostra analisi “…D’altra parte se il simile è simile all’identico per quell’elemento che in esso è identico all’identico, allora l’identico sarà a sua volta simile al simile per quell’elemento che in esso è identico al simile. L’identico, dunque, deve avere un elemento identico al simile per essere simile al simile. Ed è logico che se il simile è simile all’identico anche l’identico deve essere simile al simile”. Ecco, dunque, quanto abbiamo compreso? Io non molto. Sono curiosa di capire chi la spunterà in questa guerra tra cloni ma sono altrattanto convita che la Mela morsa e l’ androide dal nome Galaxy troveranno una soluzione che passerà sulle nostre teste con una stretta di mano mentre la nostra… mano sarà pronta sul portafogli per acquistare il nuovo gingillo tecnologico in voga. Andate e provate ad essere dissimili, almeno voi.
Fiorella Quarto
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