Un curioso avvenimento, accaduto negli Stati Uniti, rappresenta un mix tra due film celebri: “ 2001 Odissea nello spazio” e “la bambola assassina”.
Per chi non è appassionato di cinema, celeberrima è la scena di “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick, il cui protagonista è il sofisticato computer di bordo che sta trasportando degli astronauti verso Giove: il computer è posseduto da un “intelligenza artificiale” che un certo punto si ribella e tenta di uccidere i membri a bordo dell’astronave, prima di essere neutralizzato.
L’episodio realmente accaduto negli Stati Uniti, riguarda un padre di famiglia che aveva installato un baby monitor per la sua bambina: comprensibile fu lo spavento, quando, in piena notte, il monitor “parlò” ed offese la piccola dormiente (“svegliati stupida sgualdrina!”).
Non si parla d’orrore o di fantascienza ma semplicemente di un gruppo di hacker in vena di scherzi atroci: attraverso un programma particolare riescono ad “entrare” nel circuito di vari elettrodomestici elettronici collegati in rete (da una serranda di garage, ai semafori, ai misuratori di glucosio, al baby monitor, ecc.) e a comandare le loro funzioni o a manometterli.
E’ una sorta di legge del contrappasso verso le persone pigre che tendono ad importare la loro vita quotidiana su internet e rischiano di subire un involontario “ Grande Fratello”, da parte di un gruppo di spioni.
Il meccanismo si chiama “the internet of things” ed il “malefico” motore di ricerca è “Shodan”: nel caso del baby monitor “maleducato”, i suoi interi dati erano presenti sul motore di ricerca.
La situazione non sempre provoca spavento o ilarità ma può essere addirittura fatale: anni fa un sabotaggio di una diga in Francia rischiò di provocare una tragedia.
A questo proposito è stato intervistato Marco Giuliani, fondatore e titolare di Saferbytes, una società di sicurezza informatica italiana.
“Ogni computer connesso ad internet o eventualmente il dispositivo ha un indirizzo IP pubblico, quindi raggiungibile dall’esterno, il motore di ricerca sapendo il range d’indirizzi disponibili online in tutto il mondo, come un crawler fa una scansione automatica e cerca di connettersi a tutti.Per ogni IP a cui riesce a connettersi, ne legge i cosiddetti banner.
Questi banner sono messaggi di benvenuto dei server connessi e basta “interrogarli” per conoscere ogni informazione”.
Un consiglio per evitare questi inconvenienti è comprare elettrodomestici muniti di password e magari cambiarla appena si acquista: si evitano situazioni magari comiche o surreali ma anche molto spiacevoli.
Questi episodi capaci di strappare una risata, sono in realtà il lato inquietante del gran fenomeno chiamato internet.
Rey Brembilla
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