Il 26 Agosto 2010 ad Avetrana in provincia di Taranto, venne denunciata la scomparsa di Sarah Scazzi, una ragazzina di 15 anni timida e tranquilla, che quel giorno alle 14,30 si allontanò dalla sua abitazione per raggiungere sua cugina Sabrina, distante pochi centinaia di metri da casa sua e recarsi con lei e un’altra amica al mare. Quello fu l’ultimo giorno trascorso insieme alla sua famiglia, perché da quel momento in poi Sarah scomparve nel nulla. Un tragico delitto che ha tenuto l’Italia intera col fiato sospeso fino al giorno del ritrovamento del suo cadavere diventando poi uno dei delitti tristemente più discussi nel nostro paese.
Per tutto il mese di Settembre le indagini della polizia e della forestale andarono avanti senza tregua, ma anche senza grossi risultati. Mentre sua madre, Concetta Serrano Spagnolo, disperata continuava a chiedere aiuto in varie trasmissioni televisive, lanciando appelli per la scomparsa di Sarah, sua cugina Sabrina, dipingeva una ragazzina completamente diversa da quella che avevamo imparato a conoscere attraverso i suoi diari e il suo profilo Facebook: una quindicenne insoddisfatta, inquieta, volenterosa di abbandonare quanto prima quel piccolo paesino noioso per trovare altrove la sua giusta dimensione.
Il 29 settembre finalmente una svolta. Suo zio Michele Misseri, padre di Sabrina, trova in un campo coltivato a uliveto non molto lontano da Avetrana, il cellulare semi bruciato di Sarah. Difficile credere che un uomo così modesto e visibilmente confuso e addolorato per la scomparsa di sua nipote, potesse avere a che fare con la sua morte. Fino al 6 ottobre, quando dopo 9 ore di interrogatorio, arrivò l’agghiacciante confessione: “L’ho strangolata in un garage vicino a casa, poi l’ho portata in campagna, ho bruciato i vestiti. L’ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle, poi ho fatto l’amore con lei quando già era morta”. La povera cognata di Michele fu messa al corrente di questa orribile deposizione durante la trasmissione Chi l’ha visto?, e nel corso della diretta il corpicino di Sarah venne ritrovato privo di vita presso un casolare vicino ad Avetrana.
In seguito al ritrovamento del cadavere, si scoprì che anche Sabrina aveva valide motivazioni per odiare la sua cuginetta, fino a compiere un atto tremendo e ingiustificato come l’omicidio: Sarah riceveva troppe attenzione da Ivano Russo, un cuoco di Avetrana del quale Sabrina era innamorata ma non corrisposta. A quanto pare la sera prima della sua scomparsa, le due litigarono animatamente davanti a numerosi testimoni. Ma dal carcere le versioni dello zio Michele continuano a cambiare e questa volta l’attenzione si sposta su sua moglie, Cosima Serrano, che il 26 Maggio 2011 viene arrestata con l’accusa di concorso in omicidio e sequestro di persona per aver effettuato una chiamata dal garage proprio quel giorno, mentre continuava a dichiarare esattamente il contrario.
Con l’accusa di concorso in omicidio, soppressione di cadavere, sequestro di persona, false dichiarazioni al Pm, soppressione di documenti, infedele patrocinio e intralcio alla giustizia ben 15 persone furono incriminate per il delitto di Avetrana. Il 10 gennaio 2012 di fronte alla Corte d’assise di Taranto, Sabrina Misseri fu accusata di omicidio volontario, “tradita” dalle amiche che confessarono la sua ossessione per Ivano Russo e la gelosia nei confronti della piccola Sarah. Due settimane fa finalmente l’ultima sentenza della Corte d’assise rende giustizia alla morte di una ragazzina innocente, con la condanna di Sabrina e sua madre Cosima all’ergastolo e Michele Misseri ad 8 anni di carcere per concorso in soppressione di cadavere.
Anna Panarella
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