Liam Gallagher torna in sella con i suoi Beady Eye, e stavolta la sensazione è quella dell’ultima chance. Dopo l’esordio positivo ma troppo monotono di Different Gear, Still Speeding i nostri (la band è composta dagli ex- Oasis Gem Archer, Andy Bell e Chris Sharrock alla batteria oltre all’ex Kasabian Jay Mehler al basso) affidano tutte le loro speranze a questo secondo disco in uscita, prodotto da Dave Sitek, la mente dietro band contemporanee di successo come i TV on the Radio e Yeah Yeah Yeahs. Il produttore statunitense ha sposato la causa del gruppo del minore dei fratelli Gallagher con estrema serietà e ha plasmato la maggior parte dei pezzi, rendendoli più atmosferici (la band ama sottolineare il concetto di “spaziali”) e caldi, salvandoli da una produzione di nuovo povera di idee originali.
BE suona come un disco acustico passato attraverso una sonda N.A.S.A., con pezzi dalle melodie basilari e semplici ma condite di latenze spazio-temporali. Flick Of The Finger è un pugno in pieno stomaco, un pezzo degno di un action-movie targato Bruce Lee degli anni ’70, con fiati pomposi e gong a tutto spiano, mentre la voce di Liam sembra più decisa che mai (per tutto l’album si noterà la quasi totale assenza di riverberi e delays alla sua voce, quasi come prova di forza contro i suoi detrattori). Soul Love è un western acusticizzato, dove la batteria ipnotica e acustiche ridondanti la fanno da padrone, un pezzo melanconico con una scìa malinconica e…spaziale (è il caso di dirlo, ascoltare per credere).
Face The Crowd è un pezzo tirato che mischia Kinks e Doors del primo periodo, con piani elettrici e chitarre dai toni altissimi e aspri, un pezzo di respiro di “casa” per i nostri. Il primo singolo è Second Bite of the Apple, un brano modificato in modo massiccio da Sitek, con una intro a la Zombies (Time Of the Season), per poi aprirsi in distorsioni e fiati accompagnati da una chitarra Wah dal sapore Hendrixiano. Soon Come Tomorrow ripercorre le atmosfere di Soul Love, con echi pinkfloydiani e con chitarre riverberate che fanno da tappeto.
Iz Rite è il pezzo più “oasisiano” del disco, riporta alla mente All In The Mind, presente nel quinto album da studio degli Oasis, Heathen Chemistry.I’m Just Saying è un’altro pezzo movimentato (un pò pochini all’interno del disco), spensierato e chitarroso (i coretti “numerati” finali potevano essere risparmiati…).Don’t Brother Me era il pezzo più atteso dai fan dei fratelli Gallagher, un testo chiaramente scritto per il fratello maggiore dei Gallagher, quel Noel che ha scalato la classifica con il suo esordio discografico da solista con gli High Flyin’ Birds appena un anno fa. Frasi come “in the morning I’ll be calling/ come on now, give peace a chance/take my hand, be a man” lasciano intendere da parte Liam una voglia di riappacificarsi. Per il resto l’outro finale del brano è tutta da gustare, ovviamente super-spaziale (sic!).
Shine a Light è un esperimento poco riuscito di ritmica e non lascia il segno, così come Ballroom Figured, ennesimo pezzo acustico stile Travis, che questo lavoro lo sanno fare bene e meglio. Start Anew è una giusta chiusura del disco, una ballata beatlesiana di stampo lennoniano che non sfigurerebbe come prossimo singolone spacca-radio, c’è da scommetterci.
In definitiva il matrimonio Beady Eye-Sitek ha funzionato più che bene, un maggiore spazio al produttore avrebbe reso questo disco da buono a ottimo, ora non resta che aspettare il prossimo album di Noel, in attesa della reunion Oasis prevista per il ventennale di “(What’s The Story)Morning Glory?” , fra due anni.
Marco Della Gatta
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