Li chiamano “barboni in giacca e cravatta”. Sono i padri separati, i nuovi poveri di un’Italia sempre più in crisi, costretti ad elemosinare un pasto caldo e un letto dove dormire, perchè con lo stipendio che guadagnano, fra alimenti, spese legali e vecchio mutuo, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Tra gli oltre due milioni di papà separati in Italia, 800mila – secondo le stime della Caritas – sono quelli che vivono al di sotto della soglia di povertà dopo aver lasciato il tetto coniugale, e 250mila quelli che campano con meno di 300 euro al mese. E al danno di non riuscire a riconquistarsi una vita decente dopo la separazione, spesso per questi uomini si aggiunge la beffa: non poter vedere i propri figli. Nella vita reale questi papà si chiamano Giovanni, Mario, Paolo. Sullo schermo invece hanno il volto di Beppe Fiorello, che reduce dal ruolo del pescatore Nino in Terraferma di Emanuele Crialese, sarà il protagonista della miniserie “Sarò sempre tuo padre” in onda su Raiuno il 29 e il 30 novembre, e che racconta proprio il dramma di questi genitori finiti in miseria e umiliati nell’orgoglio di essere padre.
Firmata da Lodovico Gasparini, la miniserie vede uno dei volti più amati della nostra fiction, recitare ancora una volta in un ruolo particolarmente complesso e intenso, quello di Antonio (Beppe Fiorello), un quarantenne sposato e con un figlio che adora, lavoratore onesto ma un po’ distratto nel privato, la cui vita apparentemente felice viene stravolta quando la moglie Diana (Ana Caterina Moraiu) lo lascia, aprendo un lungo e difficile percorso di separazione. Le cose si complicano quando Antonio perde il lavoro. Tra il mutuo da pagare, gli avvocati, il mantenimento del figlio e le spese di una nuova casa, il passo verso la povertà è inevitabile. Ma Antonio non si abbatte e con l’aiuto di altri padri nella sua stessa condizione e della stessa ex moglie, riuscirà a risalire la china e a lottare per riconquistarsi il diritto di stare vicino a suo figlio Andrea. Un lieto fine che, purtroppo, non sempre accade anche nella realtà, perché Sarò sempre tuo padre, è una storia “inventata” che in sé racchiude centinaia di storie vere e ancora più tragiche, che già in passato sono state portate sul grande schermo.
Come non ricordare il primo film americano di Gabriele Muccino con Will Smith, “La ricerca della felicità”. Ma in televisione è la prima volta che si affronta un tema così caldo come la separazione, attraverso però gli occhi di un padre, che con la fine del suo matrimonio perde tutto: casa, lavoro, ma soprattutto il figlio. Al regista Lodovico Gasparini – alla sua terza fiction con Beppe Fiorello dopo “La leggenda del bandito e del campione” e “La guerra è finita” – non interessa schierarsi a favore dei padri contro le madri, ma mostrare i danni psicologici e affettivi che una separazione comporta per chi vi è coinvolto, ed evidenziare i limiti della legislazione attuale che non tiene in giusta considerazione gli aspetti economici di una separazione, e privilegia le madri nella maggioranza dei casi, a discapito dei padri considerati quasi come “genitori di serie B”, ridotti sul lastrico per gli alimenti da pagare e costretti ad elemosinare l’affetto dei figli solo in giorni e in ore stabiliti da un tribunale. La scelta di questo inedito, e finora inascoltato, punto di vista farà sicuramente discutere, qualcuno già ne parla come di un film anti-femminista. In realtà si tratta della semplice fotografia di uno spaccato doloroso della società attuale dove separazioni e divorzi sono in costante aumento e dove a farne le spese sono soprattutto i figli, usati come “oggetti” da contendersi tra mamme e papà che non si amano più.
Enrica Raia
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