Cresciuto nelle giovanili del Genoa, Petrini era esploso nelle fila del Milan di Nereo Rocco, con cui conquistò una Coppa dei Campioni nel 1968-1969, per poi passare Torino (dal 1969 al 1971), con cui vinse la Coppa Italia nel 1970-1971. Successivamente vestì le maglie di Catanzaro, Ternana, Roma, Verona, Cesena e Bologna. Nel 1980 fu coinvolto nello scandalo del calcioscommesse, venendo squalificato per tre anni e sei mesi, per poi beneficiare amnistiata dopo la vittoria dell’Italia al Mondiale del 1982.
Carlo Petrini era stato tra i primi a denunciare l’uso del doping nel calcio, in particolare tra negli anni Sessanta e Settanta. Nel 2000 Petrini pubblicò la sua autobiografia, dal titolo “Nel fango del dio pallone” in cui parlò di fatti e trascorsi del mondo del calcio, denunciando l’uso di doping. In seguito Petrini pubblicò un altro libro dal titolo “Il calciatore suicidato”, dove indagò sulla misteriosa morte di Donato Bergamini, calciatore del Cosenza, ritrovato morto nel 1989. Successivamente ha pucclicato altri sei libri, dei quali l’ultimo è intitolato “Piedi nudi”, ed è uscito nel 2010.
L’ex calciatore era affetto da una grave forma di glaucoma, che gli ha procurato la quasi completa cecità dell’occhio sinistro, compromettendogli poi anche quello destro. A quanto dicono i medici che lo hanno curato nel corso degli anni, sottoponendolo a ben cinque operazioni, la malattia potrebbe essere stata correlata all’assunzione dei tanti farmaci dopanti e no, avvenuta durante la carriera di calciatore.
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