Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, ha tenuto una conferenza stampa alla vigilia della sfida casalinga con il Siena.
“Il campionato è incerto, non è mica scontato che noi battiamo il Siena. Abbiamo il dovere e l’imperativo di non commettere gli stessi errori di Bologna. Il destino non è nelle nostre mani, pensiamo soltanto a questo. Resto fiducioso. Il Catania in casa ha messo sotto tutte le grandi, se sta bene e gioca come sa può ottenere qualsiasi risultato, questo ce lo auspichiamo. Ma se non vinciamo, tutto questo non significa nulla. Poi c’è Lazio-Inter, anche lì è tutto incerto. Noi non dobbiamo distrarci, vinciamo con il Siena e cerchiamo di arrivare il più in alto possibile. Non abbiamo mai fissato un obiettivo perché il nostro campionato va valutato assieme alla Champions e alla Coppa Italia. Da un punto di vista generale, non dimentico il nostro rendimento in Europa che ci ha fatto perdere qualcosa in campionato. Io sono ancora arrabbiato per la sconfitta di Bologna, spero che i nostri ragazzi facciano una partita all’altezza con un pizzico di attenzione in fase difensiva. Quando capita una palla gol, dobbiamo metterla dentro. Quello che è successo a Bologna, sarà una lezione per gli anni futuri. La crescita passa anche da questo, siamo stati puniti alla prima occasione. Ci dobbiamo portare dietro questi insegnamenti. Lavezzi? Da sempre sono abituato a guardare il campo e al comportamento dei giocatori. Non l’ho mai visto allenarsi così bene, è motivatissimo. Era un pochino giù perché non era stato scelto titolare nelle scorse partite. Ora sta al top, per quanto mi riguarda, voglio trovare il miglior Lavezzi per aiutarci a vincere. Tutte le chiacchiere sul mercato ci siamo abituati. Non mi toccano e non ci penso e di sicuro non ne parlo con i giocatori. Il calo di Bologna? Era la 49esima partita, domani sarà la 50esima, ad un certo punto le energie fisiche e nervose finiscono. Non eravamo abituati e abbiamo speso di più di tutti. Sul 2-0, inconsciamente, eravamo svuotati, non credo ci siano altre spiegazioni. La Coppa Italia? Per ora non ci facciamo influenzare, penso una partita alla volta, i risultati passano per questo. Mi auguro che la squadra sia concentrata solo sul Siena, non vorrei fare la stessa fine del Bologna. Oltretutto, siamo abituati a giocare ogni tre giorni, poi avremo una settimana tipo. Gargano è stato male stanotte, spero di recuperarlo. Se manca lui, saremo in emergenza. Alla fine, dipende da come la squadra entra in campo. Se l’atteggiamento è quello giusto, possiamo farcela. Parleremo di mercato dopo la finale, ora non sarebbe giusto, poi ognuno dirà quello che pensa in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere. In Italia abbiamo memoria corta, la Champions porta via punti, lo dice pure Platini che non è certo un signor nessuno. Se non sei al top nel calcio moderno, anche le grandi squadre perdono punti. Noi – però – nello specifico pensiamo solo al campionato. Al di là dell’Inter, le altre che competono per il terzo posto, l’Udinese è stata eliminata dalla Champions e ha fatto l’Europe League, dove è più possibile fare turnover. Io ad esempio feci scelte drastiche e poi ci andò bene lo stesso. Ripeto, il bilancio è complessivo ed è normale che in campionato ci siano mancati dei punti. Io garante del progetto? Ho sentito Luis Enrique, l’hanno criminalizzato per sei mesi, poi non ce l’ha fatta ed è andata via. I progetti nel calcio esistono finché ci sono i risultati. Ogni allenatore vuole fare sempre il massimo, in base alle forze che ha. Poi noi siamo ‘precari’, decide sempre la società. Da parte mia, ho un contratto e voglio rispettarlo, poi ci sono altre componenti, compresi i risultati. Parlo chiaro, ora c’è da fare due partite, abbiamo una finale di Coppa Italia, per me è un sogno esserci arrivato. Quando è finita l’annata, dirò le mie valutazioni come ho sempre fatto. La garanzia per i tifosi è il mio modo di essere. Comunque abbiamo fatto qualcosa di straordinario già ora, ci mancano tanti punti perché in alcune partite abbiamo raccolto poco. Io allenatore manager? In Italia non c’è la cultura, bisognerebbe avere un budget e rispondere delle scelte di mercato. Qui nel nostro mondo non è possibile. Il presidente imposta la società come vuole, l’allenatore non può decidere cose che non competono il suo ruolo. Io sarei in grado di farlo, poi il resto lo devono fare gli altri. L’affitto della mia casa? Forse potrei cambiare casa, la vorrei sul mare. Ho cambiato – da manager – la dislocazione dello spogliatoio. La mia stanza è la più piccola, è funzionale al lavoro per non avere dispendio d’energie. Vedo i miei giocatori solo sulla prossima partita, per il resto non parlo di altro, poi se loro vogliono parlarmi di cose private, io sono disponibile. Campagnaro? Vedremo oggi, mi piacerebbe averlo. Sono venuto in una data tale e ho preso il Napoli in un certo modo. Il quarto, quinto o sesto posto ha sempre un senso: garantire al club tre anni l’Europa, aver fatto un consolidamento in Coppa Italia, è importante, significa costruire. Affronteremo i campioni d’Italia e giocheremo sicuramente la Supercoppa. Questi sono aspetti importanti. Per me la posizione è fondamentale”.
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