L’elemento “ben più pregnante e decisivo” che ha portato alla condanna di Luciano Moggi nell’ambito del processo “Calciopoli” è rappresentato “dall’uso delle schede straniere delle quali è risultata la disponibilità procurata da Moggi a designatori e arbitri”.
Gli incontri con i designatori fuori dalle sedi di rito, emersi dalle intercettazioni telefoniche in prossimità delle partite, l’uso delle schede estere fornite agli arbitri ed ai designatori, “il continuo e prolungato chiacchierare…che effettivamente può configurare la trasmissione del messaggio potenzialmente idoneo a spingere i designatori, e talora anche gli arbitri, a muoversi in determinate direzioni piuttosto che in altre”. Sono tra gli elementi di prova che hanno portato alla condanna dell’ex Direttore Generale della Juventus, come si apprende dalle motivazioni della sentenza depositata oggi a Napoli.
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