Si è svolto Sabato 11 Dicembre, presso la Sala Di Vittorio della Camera del Lavoro a Milano, il Convegno dal titolo Una nuova educazione per superare la mente patriarcale, organizzato dall’Associazione SAT Educazione, in collaborazione con il Centro Studi di Terapia della Gestalt e Sviluppo & Integrazione Società Cooperativa Sociale Onlus, e con il patrocinio della Provincia di Milano, dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e di AssoCounseling; un occasione di riflessione sull’importanza di trasformare l’educazione per costruire una società sana, come propone Claudio Naranjo nel suo libro L’Ego patriarcale (Apogeo Urra, Milano 2009).
La manifestazione alla quale hanno partecipato 500 uditori, tra insegnati e psicologi, provenienti da tutta Italia e dall’estero ha riscosso un notevole successo. Il Congresso è stato aperto dal Presidente dell’Associazione SAT Educazione, la Dott.ssa Lucia Maela Parnpinel ed ha visto la partecipazione del Prof. Claudio Naranjo ( Valparaiso – CILE -1932) psichiatra e psicoterapeuta, allievo di Fritz Perls fondatore della Gestalt Therapy. Naranjo è oggi uno dei massimi esponenti della psicologia transpersonale, conduce in diversi paesi del mondo attività di ricerca e formazione, integrando tradizioni orientali e occidentali. Attualmente il suo impegno prioritario è dedicato al campo dell’educazione.
Naranjo nel suo intervento ha denunciato la sterilità distruttiva dell’educazione tradizionale formale, ovvero patriarcale, definendola obsoleta per un’umanità che si trova in una situazione estremamente critica. Per patriarcato si intende una forma di organizzazione sociale gerarchica, basata sul potere maschile, con ampi riflessi sulla rappresentazione mentale degli individui. Alcune migliaia di anni prima di Cristo, il sistema patriarcale ha soppiantato le culture matristiche incentrate su una serie diversa di valori quali: la comunità, la collaborazione, la solidarietà, l’agricoltura, e più in generale le funzioni di nutrimento e di sostegno della vita. Nelle società patriarcali, il dominio maschile, che si esprime sia a livello sociale che intrapsichico, rappresenta, secondo Naranjo, l’ostacolo principale per la salute mentale e per l’equilibrio interiore.
La possibilità di cambiamento e salvare il mondo parte dal lavoro che ogni singolo essere umano deve fare su se stesso, Naranjo propone un’originale visione e prassi educativa, capace di portare armonia tra le tre persone intrapsichiche di padre, madre e bambino interiore, ossia pensiero, emozioni e comportamento. Favorendo una maggiore conoscenza di se stessi è possibile dar vita a forme sociali più sane e integrate. A livello sociale consiste nel passaggio da un’organizzazione patriarcale della civiltà a una patristica, generando un equilibrio tra l’aspetto paterno, materno e filiale; si tratta di un’educazione per esseri umani tricerebrati. Secondo Naranjo non si tratta solo di arrivare a essere dei “tricerebrati” armoniosi, sani e amorevoli ma anche degli esseri spirituali. Ciò presuppone che vi sia un’educazione che favorisca la disposizione contemplativa della mente e non solo i suoi aspetti intellettuali e psicologici. Al di là di apprendere a fare, di apprendere a convivere e di apprendere ad apprendere, importa imparare a essere, per poter arrivare, attraverso il mistero del vuoto, alla divina radice della coscienza. In “Cambiare l’educazione per cambiare il mondo” Naranjo parla di una rivoluzione radicale del pensiero educativo, che deve partire da un cambiamento interiore degli educatori. Tale cambiamento dovrebbe attuarsi equilibrando i tre centri psichici in tutti gli insegnanti. Il cambiamento degli educatori modificherà sia il rapporto con gli allievi e le loro famiglie, sia i contenuti dell’educazione. Attraverso una forma di contagio salvifico, il cambiamento dell’educazione dovrebbe permettere di “salvare il mondo”. Naranjo, quindi, vede nell’educazione la nostra più grande speranza per un cambiamento della coscienza e la risposta alla nostra crisi attuale.
Sono intervenuti al convegno Duccio Demetrio e Paolo Mottana, docenti di Scienze dell’Educazione presso l’Università Milano Bicocca, Enrico Cheli, docente di Sociologia della Comunicazione e delle Relazioni interpersonali presso l’Università di Siena. L’incontro di Milano è un momento importante di sintesi, che non deve rappresentare un iniziativa isolata, ma l’inizio di un percorso informativo che permetterà di educare la Democrazia.
Simona Esposito
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