Solo pochi mesi fa si gridava vittoria per l’approvazione della legge di iniziativa popolare sul solare, approvata a gennaio scorso, all’unanimità, dalla giunta Caldoro in regione Campania. Un provvedimento di grande importanza che mira a promuovere la cultura e la diffusione dell’energia solare in Campania grazie ad alcune attività come il raggiungimento dell’autosufficienza energetica per gli edifici pubblici, la riconversione delle industrie e la dismissione degli impianti di produzione termoelettrica da fonte fossile attualmente funzionanti.
Forse, tuttavia, le grida di giubilo sono arrivate troppo presto e la popolazione campana se n’è accorta qualche giorno fa, quando la Commissione Bilancio della Regione Campania ha approvato un emendamento, nel bilancio di previsione 2013, che, di fatto, ha eliminato articoli fondamentali contenuti nella proposta di legge (nello specifico, gli articoli 3, 4, 5, 7, 8 e 9).
Sembrano troppo ambiziosi ed onerosi gli obiettivi che la legge sul solare pone alle istituzioni campane: la copertura finanziaria sarebbe sufficiente soltanto per un anno e farebbe riferimento a finanziamenti europei che, in qualità di co-finanziamenti, implicherebbero la ricerca di ulteriori risorse nazionali e regionali e che, sottostando a specifici vincoli di destinazione, non potrebbero essere utilizzati per realizzare alcuni degli scopi previsti dalla legge. Inoltre, secondo il consigliere delegato Fulvio Martusciello – proponente dell’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio – vi sarebbero altri ostacoli alla realizzazione degli obiettivi contenuti nella legge sul solare: “in particolare – ha dichiarato – la legge prevede obiettivi applicabili a tutti i consumi, in generale fino al raggiungimento del 60% del consumo totale (percentuale assolutamente irraggiungibile). Quanto al piano di dismissione degli impianti termoelettrici e reti alta tensione, la dismissione degli impianti previsti non tiene conto che si tratta di iniziative private che hanno tempi di vita previsti nelle autorizzazioni”.
E non finisce qui: anche il raggiungimento dell’autosufficienza energetica per gli edifici pubblici, secondo Martusciello, è impraticabile; la legge sul solare, così com’è stata approvata – all’unanimità, mi sembra doveroso sottolineare, dalla giunta regionale – non tiene conto “delle fattibilità tecniche, delle tempistiche dei lavori pubblici né delle coperture finanziarie necessarie e, per gli edifici adibiti ad uso pubblico ma di proprietà privata, dei titoli di proprietà e dei diritti di superficie”.
Insomma, l’emendamento approvato in Regione, “smonta” molti dei punti salienti della legge sul solare, causando l’indignazione e la mobilitazione del comitato proponente che non si limita alla protesta, ma accusa la giunta regionale di favorire gli interessi malavitosi nel business dell’energia solare: “le mazzette milionarie o le intimidazioni costituiscono oggi la via programmatica delle concessioni, della realizzazione, e della gestione degli impianti. (…) La legge popolare sul solare ribalta totalmente tale anarchia e vuoto legislativo ed è imperniata tutta sulla preziosità del territorio e sulla pianificazione”.
A dare man forte alla Regione Campania arriva anche il Consiglio dei Ministri che ha impugnato la legge sul solare campana poiché alcune disposizioni in materia di produzione e di distribuzione di energia elettrica sarebbero in contrasto con la legislazione statale in materia di “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia”, costituendo una violazione dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione e i principi di sussidiarietà, ragionevolezza e leale collaborazione di cui agli artt. 3, 117 e 118 della Costituzione.
Intanto, mentre Caldoro difende la sua scelta di approvare l’emendamento della Commissione Bilancio – ha, infatti, dichiarato “io consiglio sempre, quando si tratta di leggi di iniziativa popolare, che i testi, quando devono essere approvati, abbiano anche un vaglio di origine tecnica” – il comitato promotore della legge sul solare risponde con una raccolta firme a favore della cancellazione dell’emendamento regionale e attraverso le parole di Antonio D’Acunto (ex capogruppo dei Verdi Arcobaleno alla Regione Campania e Presidente onorario di VAS Campania): “Il Presidente della Regione Campania ignorando del tutto l’estrema gravità del violento colpo di mano che cerca di cancellare la legge con un emendamento nella finanziaria regionale che non ha nulla a che vedere con il merito delle leggi, cerca di attaccare la legge nel merito affermando cose totalmente sbagliate: la nostra legge, oltre che per l’immensità degli ideali e dei valori e del consenso e della partecipazione democratica, è profondamente salda e strutturata, inattaccabile sul piano tecnico, istituzionale e scientifico”.
Sara Di Somma
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