“Assolutamente no”. Ha risposto così la consigliera lombarda del Pdl Nicole Minetti ai giornalisti che le chiedevano se avesse provato imbarazzo o vergogna dopo aver ascoltato l’amica Melania Tumini che aveva appena concluso la sua deposizione raccontando del bunga bunga al “Processo Ruby”, in corso a Milano.
La Minetti è stata letteralmente presa d’assalto dai cronisti, dai fotografi e dagli operatori televisivi durante una breve pausa dopo il minuzioso racconto della Tumini che ha ripetuto in aula quanto aveva visto il 19 settembre 2010 nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore dove era stata invitata dalla Minetti e a cui avevano preso parte tra le 20 e 30 ragazze. La Tumini ha ribadito in aula di aver visto, con grande imbarazzo, dopo la cena, di “palpeggiamenti e baci”, di ragazze che si toccavano sul sedere o sul seno tra di loro o che erano oggetto di certe attenzioni da parte dell’allora Presidente del Consiglio che “erano in competizione tra loro e facevano di tutto per farsi notare e per essere la preferita di Berlusconi”.
La consigliera del Pdl si è presentata a sorpresa in un elegante tailleur nero al Tribunale di Milano per assistere al processo che la vede imputata per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile, con Lele Mora ed Emilio Fede. Escludendo l’udienza preliminare davanti al Gup, è la prima volta che la Minetti prende parte a un’udienza del processo in corso presso la quinta sezione penale, mentre gli altri imputati non si sono mai presentati in aula.
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