L’ingegnere del sound dei Doors, Ray Manzarek, ci lascia all’età di 74 anni dopo aver combattuto, con il sostegno della sua famiglia, una lunga battaglia contro il cancro. Nato a Chicago il 12 Febbraio 1939, frequenta la facoltà di ingegneria presso l’università di Los Angeles UCLA, ma subito si accorge che non è quella la sua strada. Sarà al corso di Cinema che incontrerà Dorothy Fujikawa, sua futura moglie, e James Douglas Morrison, la voce di una generazione, il suo alter-ego. Ray introverso, quasi “geek” per usare un termine americano, Jim passionale, lunatico, e geniale, ciò che l’uno avrebbe voluto avere dell’altro. Morrison fa ascoltare una sua poesia a Manzarek, quella che lui musicherà e che diventerà Moonlight Drive, una delle più celebri canzoni dei Doors.
I Doors cominciano ad esibirsi nei locali di Los Angeles, la vera novità è l’assenza del basso, suonato con i pedali della tastiera da Manzarek, che si accompagna anche ad un piano Rhodes, un Vox Continental e un Gibson G101, suonando per la maggior parte delle volte il basso con la mano sinistra e l’organo con la destra. Una vera rivoluzione a quei tempi, parliamo del 1965.
Una storia che che presto si trasforma in leggenda: i Doors venderanno oltre 35 milioni di dischi negli Stati Uniti e oltre 100 milioni in tutto il mondo, Morrison ci lascerà prematuramente all’età di ventisette anni.
La triste giornata di ieri ha visto la scomparsa anche di Trevor Bolder, bassista degli Uriah Heep e precedentemente degli Spiders From Mars di David Bowie. Nel 1971 è membro fondatore del gruppo che supporterà Bowie nel suo percorso di carriera più significativo, segnando giri di basso che entrano a far parte nella storia della musica e veri capisaldi del rock/pop dell’epoca (ascoltare Starman per credere).
Nel 1976 entra a far parte del gruppo prog-rock Uriah Heep al posto di John Wetton, e non li lascerà mai fino al 1981, primo scioglimento della band. Dall’81 all’83 suona nei Wishbone Ash, per poi rientrare negli Uriah Heep nel 1983 fino al momento della morte, eccezion fatta per il periodo di degenza della malattia.
La musica da ieri è ancora più povera, la leggenda continua a vivere sui dischi.
Marco Della Gatta
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