“Così parlò Bellavista” in scena al Politeama di Napoli: una riflessione tra arte e filosofia

Nei giorni 3-4-5 Gennaio 2012 la Compagnia si è esibita al Museo del termalismo di Ischia

Oggi mi occupo di teatro amatoriale, e in particolare segnalo che  giovedì 3 Maggio alle ore 19:00 al Teatro Politeama, in occasione della III Rassegna del teatro amatoriale dell’Augusteo , si esibirà per la prima volta una compagnia ischitana,  che ho avuto modo di conoscere personalmente e di vedere all’opera. Si tratta dell’Associazione teatrale Uomini di Mondo, scelta per la rassegna dell’Augusteo tra le tantissime compagnie del territorio nazionale.  I ragazzi, tutti molto giovani, età media 30 anni, porteranno in scena un adattamento dell’opera “Così Parlò Bellavista” del maestro Luciano De Crescenzo.

25 attori, 3 comparse, un assistente di scena, due voci fuori campo, due bambini. I ragazzi, che a Ischia non hanno un teatro (e a tal proposito segnalo la pagina “Diario di una battaglia” contenuta nel blog “ischiasenzateatro” ) sono comunque riusciuti ad approdare a questa importante manifestazione nazionale. L’impresa non è da poco (il fatto di doversi muovere su un boccascena di 16 metri, l’emozione di recitare in uno dei teatri napoletani più prestigiosi) e non lo è nemmeno il premio in palio: la possibiltà di entrare nel cartellone del teatro  Augusteo per l’anno 2012/2013.

Ho indagato su come è nato quest’ adattamento e la storia è  particolare:  “Così parlò Bellavista” è prima di tutto un romanzo di Luciano De Crescenzo, best seller mondiale, da cui poi lui stesso ha tratto 3 film: “Cosi parlo’ Bellavista”, “Il mistero di Bellavista” e “32 Dicembre”. L’adattamento di questa compagnia segue il filo conduttore del film “Così parlo Bellavista” intersecando alcune storie e personaggi dal libro e dagli altri due film. L’idea che è molto nuova (in effetti una riduzione teatrale del film non c’è mai stata) è nata sia perchè gli attori  tra di loro si divertivano a  recitare a memoria parti di film, sia perchè si sono accorti che su facebook la gente pubblicava spesso delle scene del film prese da youtube. Da qui, questa riduzione che è essenzialmente un omaggio alla genialità e all’arte di arrangiarsi dei napoletani. Il libro di De Crescenzo unisce episodi di “napoletanità'” alla filosofia, e questo legame tra l’arte dei napoletani e la filosofia fa da filo conduttore del libro, del film e quindi della commedia.

Ma entriamo nel cuore della commedia: La scena, ambientata in una delle vie più antiche della Napoli novecentesca, vedrà il susseguirsi di immagini tipiche ma non banali della napoletanità. Un milanese, accompagnato dal tassista folkloristico di turno, farà capolino in uno degli antichi palazzi napoletani, dove l’androne diventa un’enorme cassa di risonanza che ripropone i toni alti della parlata napoletana e l’odore di pastiere e di ragù. A tenere sotto controllo la situazione non uno ma ben tre portieri, che si incontrano per partecipare alle lezioni di filosofia spicciola del Professor Bellavista, la differenza tra nord e sud, la munnezza e il tempo sono alcuni dei temi di queste riunioni durante le quali tra i membri, tra un caffè e una battuta, parlano di Napoli e dei suoi problemi. A prendere le decisioni in casa del professore Bellavista è la signora Maria, la moglie, che insieme a Rachilina, la cameriera di famiglia, costituiscono la “linea” femminile della storia. Bellavista e Maria hanno una figlia, Patrizia, incinta di Giorgio, un architetto napoletano disoccupato con belle idee sui rifugi antatomici. Saverio, Gigino il becchino, Don Gaetano e i vari inquilini del palazzo, ognuno con la sua storia, vanno a costruire una commedia corale.

Vi lascio con l’ invito ufficiale della compagnia in cui sarà possibile visualizzare anche i nomi e i ruoli degli interpreti: http://www.facebook.com/events/324967700901265/

Giuseppina De Angelis 

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