A distanza di poche settimane dal Consiglio dei Capi di Stato e di Governo della Ue, il portavoce della Casa Bianca, Jay Carnay, sottolinea con dure parole come sia grande lo scetticismo sui passi finora intrapresi per fermare la crisi e per evitare che la stessa peggiori: “I mercati restano scettici sul fatto che le misure prese finora siano sufficienti per garantire una ripresa in Europa e per rimuovere il rischio che la crisi si aggraverà. Noi ovviamente crediamo che altri passi debbano essere compiuti”. Un messaggio che ormai Obama continua a ripetere per stabilire che una crisi così grande in Europa non resterà isolata, ma finirà per coinvolgere il resto del mondo, se presto non verranno presi i giusti provvedimenti.
Barack Obama chiede quindi all’Europa di prendere chiara consapevolezza del problema e di fare scelte più decise. Sono mesi ormai che i dati indicano una frenata dell’economia americana e l’aumento del numero dei disoccupati è allarmante. “Gli interventi non sono sufficienti per rimuovere il rischio che tutto peggiori”, queste le dure parole del suo portavoce, che ci tiene a ribadire la grande preoccupazione dell’America di non riuscire a frenare la crisi. Per questo il Presidente americano perde la pazienza e chiede ulteriosi sforzi, più significativi per superare la crisi del debito, e risolvere finalmente la questione degli eurobond e sul sostegno dei paesi in difficoltà. Non è solo la crisi mondiale a preoccupare il Presidente Usa, ma anche le elezioni presidenziali di novembre che potrebbero essere influenzate negativamente a causa degli ultimi eventi.
“Ci sono almeno dieci cose che il Congresso potrebbe fare e non fa, se le avessero fatte il quadro sarebbe ora molto diverso”, attacca ancora Carney rivolgendosi questa volta al Congresso, aggiungendo che il Presidente “userà tutti gli strumenti in suo possesso, da un punto di vista amministrativo ed esecutivo” per scongiurare il rischio contagio. E da questo momento fino alle elezioni di novembre, il paese si muoverà per “trovare la giusta ricetta economica per il paese, includendo investimenti a breve termine e nelle energie pulite e portando avanti un approccio equilibrato”.
Ma in Europa le accuse del Presidente americano non sono piaciute, in particolare al ministro degli Esteri francese Laurent Fabius che, rimasto particolarmente infastidito dal sapore aspro delle sue parole, ha commentato: “Non ha senso rinfacciarsi le responsabilità gli uni con gli altri. Non mi risulta che la crisi sia cominciata in Europa. Lehman Brothers non era una banca italiana né francese”. Intanto anche il G20 si darà da fare per chiedere sforzi più importanti per risolvere una crisi che coinvolge l’economia mondiale: durante la prossima riunione, che si terrà fra due settimane a Los Cabos, in Messico, il G20 chiederà infatti ai paesi che possiedono maggiori risorse economiche di impegnarsi per aiutare l’eurozona ad uscire dalla crisi imminente.
Anna Panarella
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