Alcuni politici dell’odierna opposizione soffrono di gravi contraddizioni ideologiche: esaltano la costituzione italiana e chi l’ha scritta (insultando chi la vuole modificare) ma nello stesso tempo, implicitamente tacciano i padri costituzionali di anti democrazia.
Difatti quelle anomalie (a loro modo pericolose) che loro trovano nel comportamento dell’odierna classe politica, non sono altro che regole della costituzione italiana.
L’Italia è un regime, la dittatura è in atto: questa frase allarmistica la diceva la sinistra nei confronti della destra, mentre oggi è viceversa.
Puntualmente qualcuno osserva che è dal 2011 che, il popolo italiano, deve subire governi non eletti: forse qualcuno ricorda se, nei tempi passati (prima dell’avvento di Silvio Berlusconi), alle elezioni s’indicasse anche il nome del presidente del consiglio?
E’ pur vero che la sovranità appartiene al popolo, ma anche in questo caso vi sono limiti ben precisi, dati dal primo articolo:
“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Quali sono questi limiti ? eccoli spiegati dall’articolo novantadue:
“Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.”
Secondo la logica dei “critici libertari” odierni, addirittura i partigiani peccherebbero di scarsa democrazia: il Cln (Comitato di Liberazione Nazionale) accettò quattro governi senza minimamente ascoltare la volontà popolare (Pietro Badoglio, Ivanoe Bonomi, Ferruccio Parri e Alcide De Gasperi).
In seguito (fino al 1981) si susseguirono solo governi democristiani: molti si lamentarono, ma i “ soloni” odierni avrebbero dovuto apprezzare queste scelte, poichè logicamente era la Dc che puntualmente otteneva la maggioranza relativa dei voti.
L’idolatrato Sandro Pertini fu il primo capo dello stato a nominare un “non democristiano” a Palazzo Chigi, indicando, per la prima volta, un nome non accettato dalla maggior parte degli italiani (il Partito Repubblicano aveva un numero esiguo di consensi): Giovanni Spadolini.
Da allora, furono almeno cinque, i presidenti che “trasgredirono” la volontà popolare: Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano e il neo arrivato Sergio Mattarella.
Alcuni incaricarono personalità sostenute da un’esigua minoranza della popolazione: Giovanni Spadolini e Bettino Craxi (da Pertini) Bettino Craxi (da Francesco Cossiga) Giuliano Amato (da Oscar Luigi Scalfaro).
Alcuni “addirittura” hanno designarono uomini mai eletti in parlamento (o senatori a vita): Amintore Fanfani (poichè senatore a vita, fu nominato da Sandro Pertini e Francesco Cossiga) Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini (da Oscar Luigi Scalfaro) Mario Monti e Matteo Renzi (da Giorgio Napolitano) e infine sempre Matteo Renzi (da Sergio Mattarella, che secondo la “democrazia” dovrebbe costringere il governo alle dimissioni).
Un caso incredibile fu quello di Enrico Letta, mai candidato dagli elettori (e quindi considerato un impostore, per i “critici libertari” moderni): la sua nomina non è certo un caso unico, poiché, fino al 1994, nessun elettore indicò mai un presidente del consiglio.
Sembra che “la colpa” è del popolo italiano “smemorato”, che si è sempre dimenticato di scrivere un nome sulla scheda elettorale: Dal 1948 al 1994!
Un altro limite alla volontà popolare è la durata della legislatura, chiaramente spiegata dall’articolo sessanta:
“La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni.”
Qualcuno si lamenta e teme che il popolo italiano non tornerà mai più a votare: peccato che le ultime elezioni sono avvenute nel 2013 e quindi le prossime saranno nel 2018.
La matematica non è un’opinione e oggi siamo nel 2015!
I politici che definiscono anti democratico l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dovrebbero semmai avere il coraggio di tacciare di anti-democrazia, gli stessi i padri costituenti.
Rey Brembilla
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