Ultimamente il volto della Santanchè è protagonista sui giornali e sui telegiornali italiani: è la punta di diamante dei “falchi” del pdl.
La principale divisione correntizia, da “Forza Italia” e “pdl”, è tra “falchi” e “colombe”, ossia estremisti e moderati: nel caso attuale il futuro voto di decadenza del senatore Silvio Berlusconi, scatena il volo e la rapacità dei “falchi”.
La Santanchè suona la campana a morto per il governo d’Enrico Letta, nel caso in cui avvenisse un voto contrario a Berlusconi.
Forse proprio la bella senatrice piemontese è adatta ad un ruolo di rappresentanza di corrente: innanzi tutto per il suo innegabile sex-appeal, capace di “bucare” il video, e soprattutto per l’animosità con cui difende ogni sua opinione.
Basti pensare al dito medio alzato verso gli studenti che la contestavano nel 2005 e alla clamorosa battaglia contro il velo islamico, come oltraggio verso la donna: Daniela Santanchè fu minacciata da alcune associazioni islamiche, insultò pesantemente Maometto ( a seguito, bisogna dirlo, di un oltraggio al crocefisso) e forse fu addirittura malmenata durante un convegno islamico.
Emerge in questo caso la prima contraddizione della vulcanica donna.
Essa accompagna gesti e frasi provocatorie con un naturale look ed atteggiamento da “ signora da salotti”: Daniela Santanchè difatti è socia del “Bilionaire” di Porto Cervo e del “Twiga” a Forte dei Marmi.
Non si vuole fare una critica ma semplicemente evidenziare il contrasto tra una classica signora elegante, dalla parlata forbita ed una vera e propria “pasionaria” dalle unghie affilate e dai modi discutibili, quando difende i suoi ideali.
I contrasti più clamorosi emergono però negli ultimi tempi.
Il periodo forse di maggiore popolarità di Daniela Santanchè avvenne durante le elezioni politiche del 2008, quando si presentò come candidata premier de “ la destra-fiamma tricolore”: l’effetto mediatico fu enorme, ma il consenso dei voti fu talmente basso che la bella politica non entrò neppure in parlamento.
Le sue dichiarazioni di allora evidenziano grosse contraddizioni, anche alle luci degli avvenimenti odierni.
Da una parte risaltò ancora di più la sua figura prorompente ( e non solo dal punto di vista fisico) e contrastante con “l’aria salottiera”, dalla frase: «nella mia carriera sono stata corteggiata da più donne e ne sono lusingata. Il motivo? La verità è che piaccio alle donne perché sono un uomo».
Dall’altra colpirono le affermazioni molto dure indirizzate contro Silvio Berlusconi:
-“Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali”
– “Il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare”
-«Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do…»
Daniela Santanchè gradualmente cambiò atteggiamento fino ad entrare nel Pdl e diventare vicinissima a Berlusconi.
Un cambiamento repentino e curioso, dato che la politica piemontese conosceva perfettamente Berlusconi sin da prima delle elezioni.
Rimane la simpatia, il coraggio e la consapevolezza della volubilità della politica ma una domanda sorge spontanea: dove è la coerenza?
Antonio Gargiulo
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