Dalla mezzanotte del 1° Gennaio, la Danimarca rileva dalla Polonia la presidenza di turno dell’Unione Europea. E’ la settima volta, dal 1973, che il paese assume il semestre di presidenza. Questi primi sei mesi del 2012 per la premier danese Helle Thorning- Schmidt si prospettano come un periodo carico di sfide. Ed è paradossale come in un momento così decisivo per superare la grave crisi economica che colpisce l’Europa, sia proprio la Danimarca, che non fa parte della zona dell’euro, ha dover dare un’impostazione politica al semestre di presidenza. “Saremo un ponte sulle acque agitati” di un’Europa che si trova davanti alla “crisi più grave della sua storia”. E’ questo il ruolo che la Danimarca ha intenzione di rivestire da oggi e fino al 30 giugno, in qualità di presidente di turno dell’Unione. Il primo banco di prova di questa dichiarata capacità di mediazione rivendicata dalla Thorning- Schmidt sarà il vertice di Bruxelles del 30 gennaio in cui verrà esaminata la prima bozza del Patto di bilancio e in cui si cercherà di ricucire lo strappo con la Gran Bretagna che il 9 dicembre scorso ha deciso di chiamarsi fuori.
Con la mezzanotte di oggi, scattano anche gli avvicendamenti alla Presidenza di turno del G8 agli Stati Uniti, e del G20 (i 19 paesi più industrializzati del mondo più l’UE), che passa da Nicholas Sarkozy al presidente messicano Felipe Calderon.
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