La donna come sesso debole delicato e colorato di rosa? Ora non più. In termini di dipendenze l’uomo e la donna giocano ad armi pari su un campo di battaglia oramai scandagliato in ogni sua parte. Non solo alcool, droghe e fumo, ma anche sulla cosiddetta “sex addiction”.
Viene definita dallo psicologo Sameer Parikh come “una situazione in cui fare sesso è visto come l’unica priorità di una persona, spingendola a trascurare tutti gli altri aspetti importanti della vita, come il lavoro, il sonno e la vita sociale. La dipendenza verso il sesso include qualsiasi comportamento sessuale attuato in modo ossessivo, incontrollato e irrazionale, al punto da diventare auto-distruttivo. Le persone con questa diagnosi, sentono o possono avere poco controllo sul sesso e possono aver bisogno di una terapia psicologica o medica”.
Dalle ultime ricerche sul campo si è cercato di andare oltre i sintomi della dipendenza sessuale per scoprire quali siano le cause. Uno studio su 621 persone all’università Massey ha evidenziato come la sesso-dipendenza sia accentuata nei casi in cui l’intimità affettiva con un’altra persona risulti una minaccia, più che un piacere. Il contatto che vada oltre il letto, spingendosi fino ad una relazione, spaventa e inibisce provocando una controreazione del tutto incontrollabile.
E mentre si crede ancora che sia la donna a cercare il “principe azzurro”, quest’ultimo perde il primato sulla sua naturale predisposizione per la sex addiction. Forse dovuto, secondo uno studio, all’instabilità dell’uomo verso relazioni stabili e per la sua cattiva abitudine alle multiple compagnie improduttive. Forse, per questo motivo, è la donna a portare avanti la bandiera della paura nei rapporti a due.
Per quanto ci siano pochi centri adatti alla cura di questa patologia, è possibile misurare il grado di dipendenza sessuale attraverso il SAST, Sexual Addiction Screening Test.
Roberta Santoro
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