La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti. Indro Montanelli non avevi tutti i torti in questa sua citazione. Sicuramente, aggravata dalla sua psiche particolarmente contorta e dalla sua formazione genetica (quali equilibri ormonali instabili e funzionalità riproduttiva), è la donna a protendere verso questa malattia. Perché di questo di tratta. Una malattia psichiatrica che può scatenarsi – indiscriminatamente – da fattori biologici e psicologici. Molte volte queste causali convivono e convergono verso lo stadio finale. L’isolamento improvviso, il mutismo, l’assoluta incapacità di manifestare piacere verso qualcosa o qualcuno sono sintomi di un percorso evolutivo già avanzato. Nel momento in cui la tristezza, l’abbandono degli affetti più cari, l’incapacità di agire e prendere decisioni arriva, il fondo è arrivato. Bisognerebbe cogliere l’esordio affinché l’implosione emozionale possa manifestarsi. Lo si dovrebbe ravvisare nei piccoli gesti o parole, considerati come veri “richiami d’aiuto” non ben identificati.
Da non sottovalutare sono altre piccole indicazioni che il corpo tende ad esternare come l’insonnia e i disturbi gastrointestinali. Il rifiuto del cibo, ma anche l’inappetenza sessuale sono sintomatici di uno stato di malessere e inadeguatezza. Bisogna, da subito, ricercare la causa scatenante. Un episodio spiacevole porta sempre uno stato d’ansia o di tristezza. Questa è una reazione naturale per qualsiasi essere umano. Il problema nasce quando lo stato della persona persiste per un periodo eccessivamente prolungato in cui, con una maggiore osservazione (ma senza voler cercare “forzatamente” i sintomi di un quadro depressivo, anche questo molto comune), vengono a sorgere e sommarsi disturbi di cui prima abbiamo parlato.
Si va ad aggiungere anche la difficoltà, per gli ignoranti in materia, nel classificare il tipo di depressione. La medicina ha distinto quattro varianti. Quella maggiore comprende uno stato grave ed evidenziato della salute psicofisica della persona. È la depressione più pericolosa proprio perché non scaturisce apparentemente da alcun evento esterno. La Distemia, invece, dipende e viene influenzata proprio dagli avvenimenti palesemente ravvisabili. Le depressioni unipolari sono indicativi di pazienti soggetti sempre allo stesso tipo di disturbo depressivo; mentre quelli bipolari affiancano a quelli anche l’eccitamento maniacale. Le terapie psicologiche degli esperti (supportate da farmaci qualora ve ne sia realmente bisogno) sono le uniche cure conosciute, insieme al supporto e collaborazione di coloro che vivono accanto alla persona depressa.
Per quanto concerne la depressione femminile, l’ultima ricerca dell’Università di Pittsburg ha portato a conoscenza di un nuovo metodo per la comprensione delle malattie mentali. Sono stati rilevati alcuni cambiamenti a livello molecolare nel cervello delle donne malate affette da disturbi depressivi – ha commentato il dottor Etienne Sibille – potremmo essere in grado di identificarli meglio in campioni provenienti da donne. Infatti, i nostri risultati ci danno una migliore comprensione della biologia di questa malattia psichiatrica comune e spesso debilitante.
Aspettando i risultati della scienza, è importante sottolineare che la depressione è una malattia di cui non ci si rende conto. È un termine entrato nel gergo comune senza averne trovato una collocazione etimologica corretta. La depressione non viene riconosciuta da chi ne è affetto (come in molti fanno) e per chi opera in questa termini significa screditare chi sta davvero male, significa offendere e oscurare chi davvero chiede aiuto. Ma questa è la nuova società. È talmente sola da mettere “in piazza” anche le emozioni più dolorose e emulare sintomi di una malattia. Sì oscura, ma reale.
Roberta Santoro
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