E’ morto Giulio Andreotti, aveva 94 anni

E’ morto Giulio Andreotti

Si è spento ieri a Roma nella sua abitazione Giulio Andreotti, aveva 94 anni. Politico, scrittore, giornalista e uno dei maggiori esponenti della Democrazia Cristiana, è stato protagonista della vita politica italiana di tutto il XX secolo. L’ex senatore a vita era stato ricoverato il 3 maggio dell’anno scorso per una crisi respiratoria e da quel momento non si è mai ripreso completamente. In tanti i politici che si sono recati presso la sua abitazione, appena giunta la notizia, per rendergli omaggio. Per volontà della famiglia oggi non ci saranno funerali di stato per volontà della famiglia, ma semplicemente una cerimonia privata alle 17 nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, proprio vicino la sua abitazione.

 

Eletto nel 1991 senatore a vita, Andreotti è stato sette volte Presidente del Consiglio, otto volte ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, tre volte ministro delle Partecipazioni Statali, due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell’Industria, una volta ministro del Tesoro, ministro dell’Interno, ministro dei beni culturali e ministro delle Politiche Comunitarie. In poche parole, un uomo che ha vissuto attraverso la storia della politica italiana. Sostenne l’apertura della Dc a sinistra e, nel 1983, fu scelto come ministro degli esteri del primo governo guidato dal socialista Bettino Craxi. Il suo nome però compare spesso anche quando si parla di cospirazioni.

 

Tutte le vicende giudiziare che l’hanno visto protagonista parlano chiaro, così come le mille maschere che gli sono state propinate nel corso degli anni come “Belzebù” o “Gobbo Malefico”. Finito sotto processo per favoreggiamento alla mafia, viene assolto perché il fatto non sussiste. Il 2 maggio del 2003, viene accusato di favoreggiamento alla mafia fino al 1980; si parla di “autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell’imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980”. Per non parlare delle sue amicizie con i più grandi boss della storia, fra i quali anche Totò Riina. Fra le altre accuse anche quella per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, che spesso lo attaccava esprimendo non molta “simpatia” nei confronti di Andreotti. Insomma, non tutti forse piangeranno la sua morte, ma sicuramente resta un’indiscutibile, forte personalità della storia politica italiana.


Fra le parole di cordoglio dei vari esponenti della politica italiana, risaltano quelle di Giorgio Napolitano che commenta così la morte dell’ex senatore a vita: “Sulla lunga esperienza di vita del Senatore Giulio Andreotti e sull’opera da lui prestata in molteplici forme nel più vasto ambito dell’attività politica, parlamentare e di governo, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico. A me spetta in questo momento rivolgere l’estremo saluto della Repubblica a una personalità che ne ha attraversato per un cinquantennio l’intera storia, che ha svolto un ruolo di grande rilievo nelle istituzioni e che ha rappresentato con eccezionale continuità l’Italia nelle relazioni internazionali e nella costruzione europea”.

Antonio Gargiulo

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