Come dimenticare la scena di “Ricomincio da tre” in cui Massimo Troisi a cospetto di un obbrobrioso vaso si fa prendere dal desiderio di trasportarlo verso di sè, con la sua aria innocente, seduto su una sedia da cucina, lo fissa e con il gesto delle mani ed il suo tono di voce lo implora di muoversi, di raggiungerlo “Vieni, vieni e che ti costa venire, tanto sei un oggetto!”. Attraverso l’arte della psicocinesi sognava di muovere qualsiasi cosa a suo piacimento per poter sfruttare l’insolita capacità e farne un’attività economica. Ammettiamolo, da bambini ci abbiamo provato tutti, io ad esempio speravo di poter piegare una forchetta con il pensiero, adesso mi piacerebbe inclinare la Tour Eiffel o mettere in asse quella di Pisa, giusto per creare un po’ di caos ma devo ammettere che se fossi una specie di super eroe sceglierei fra altri poteri, mi piacerebbe avere il dono dell’invisibilità o del teletrasporto, solo lo scriverne fa emozionare la parte bambina che è in me, la parte adulta invece sorride, perchè qualche supereroe lo abbiamo davvero e questa settimana è fra gli scienziati di turno di cui parleremo.
Niels Birbaumer, dell’Università di Tubinga (Germania) nel 1999 è riuscito a stabilire una forma di contatto per comunicare con chi non riusciva più a muovere alcuna parte del suo corpo, trasformando i potenziali elettrici della corteccia motoria (quella che, appunto, genera il pensiero) in un codice di comunicazione comprensibile; Richard Andersen, del California Institute of technology (Usa) sta studiando per riuscire ad impiantare nella corteccia cerebrale di persone paralizzate elettrodi in grado di decodificare il “pensiero” e trasformarlo in azione. La dolce vecchia speranza di decidere la rotta degli oggetti a nostro piacimento pare possa diventare realtà, una realtà capace di dare speranza e movimento a chi movimenti e speranza non ha, questo è ciò che rende piccoli grandi supereroi alcuni dei nostri “professori stranieri di turno” . Per mantenerci su leggero c’è anche Rainer Goebe J, neuroscienziato dell’Università di Maastricht che però ha utilizzato il penseiro per dar vita ad una partita di ping pong virtuale, gestita da giocatori immobili. Se proprio desiderate che il sogno di Troisi possa trasformarsi in realtà allora vi suggeriamo di approfondire la conoscenza di Uri Geller lui si che piegava i cucchiaini…o forse no?
Oggi, vi lasciamo con un suggerimento musicale in tema:
Virginiana Miller – Uri Geller
Fiorella Quarto
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