Le catastrofi degli ultimi anni sono un segnale evidente: la Terra è stanca, sta cedendo. Sta cambiando sotto il peso di miliardi di esseri umani che, incessantemente e spesso senza alcun criterio né ecologico né sostenibile, ne sfruttano ogni risorsa. E’ indubbio che la presenza dell’uomo e la crescita sociale e tecnologica degli ultimi decenni abbiano influenzato notevolmente l’equilibrio del nostro ecosistema e che i cambiamenti climatici verificatisi di recente siano conseguenza di una ricerca smodata del progresso e del benessere ad opera dell’essere umano. E’ tuttavia inverosimile che in molti ancora chiudano gli occhi dinanzi a questa verità evitando di farsene carico, quando basterebbe migliorare oggi lo stile di vita delle popolazioni terrestri per difendere il delicato equilibrio del pianeta che le ospita.
Da troppo tempo il genere umano manca di responsabilità e consapevolezza in merito alle conseguenze che i consumi elevati, i rifiuti malgestiti, l’inquinamento ambientale possono avere (e hanno) sulle condizioni climatiche attuali: eppure, la Terra andrebbe perlomeno difesa – egoisticamente – per se stessi, per salvaguardare la propria sopravvivenza. Perché, anche se spesso lo dimentichiamo, è dalla “salute” della Terra che dipende il benessere del genere umano.
Chi è consapevole di tutto questo celebrerà il 22 Aprile 2011 la Giornata Mondiale della Terra, mettendo in campo delle iniziative, che partiranno già questo mese, volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, la riduzione dei rifiuti, il risparmio energetico e la produzione di energie alternative.
In particolare, già da alcuni giorni, le tv nazionali proiettano lo spot del WWF creato in occasione dell’iniziativa mondiale, organizzata per il 26 Marzo: l’Earth Hour, l’Ora della Terra. Dalle 20.30 alle 21.30 in 128 paesi nel mondo gli aderenti all’evento proposto dal WWF spegneranno le luci: case, uffici, monumenti faranno a meno della corrente elettrica per una sola ora della giornata, utilizzando – perché no? – l’illuminazione delle candele, proprio come facevano i nonni dei nostri nonni.
L’Ora della Terra è la più grande iniziativa mondiale organizzata dal WWF e mira a coinvolgere tutti i popoli del pianeta, ma soprattutto le istituzioni, che sul problema del risparmio energetico possono e devono agire al più presto.
Proprio mentre dal Giappone giungono ancora notizie allarmanti in merito alle esplosioni della centrale nucleare di Fukushima e in diversi paesi dell’Occidente – purtroppo l’Italia non è tra questi – si riflette sulla necessità di trovare fonti energetiche alternative al nucleare, il WWF chiede ai cittadini della Terra di ridurre i consumi, magari “andando oltre l’ora” dedicata al pianeta il prossimo week-end, adottando uno stile di vita adeguato e più sostenibile. Con lo slogan “Anche un piccolo gesto fa la differenza” il WWF invita i cittadini della Terra ad impegnarsi concretamente nella difesa del pianeta attraverso piccole azioni quotidiane, come lasciare l’auto a casa ad esempio, o addirittura attuando cambiamenti consistenti nel proprio stile di vita, come installare pannelli solari sui tetti delle proprie case o dei propri uffici.
Anche Greenpeace ha lanciato una propria iniziativa per il 22 Aprile, sfidando il colosso Facebook e il suo creatore ad adottare energie rinnovabili: in Oregon, infatti, le centrali informatiche che permettono ai tantissimi utenti del famoso social network di connettersi ad esso ed essere sempre in contatto con i propri “amici”, sono attualmente gestite da aziende che producono energia elettrica dal carbone. Riuscirà, entro il 22 Aprile, il social network blu a diventare “verde”?
Per promuovere la propria idea Greenpeace utilizza proprio Facebook e, giocando sul concetto di accettare o rimuovere le amicizie dal proprio profilo, ha lanciato la campagna “Unfriend coal”, ovvero “rimuovi il carbone” dagli amici per aderire al progetto “verde”. Quattro gli obiettivi che Greenpeace chiede di raggiungere a Zuckerberg in favore del pianeta: aumentare l’utilizzo di energia rinnovabile per il funzionamento dei suoi server, sviluppare un piano per ridurre le emissioni inquinanti e diventare “carbon free” entro il 2021, informare gli utenti di Facebook sul modo in cui vengono alimentati i propri server e promuovere l’utilizzo di energia rinnovabile a livello locale, nazionale e internazionale. Chissà se Zuckerberg riuscirà a schierarsi in difesa della Terra. E voi? Quale sarà il vostro impegno per la sopravvivenza del pianeta?
Sara Di Somma
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