Immagini che hanno lasciato senza parole. Siamo oramai abituati alla violenza, eppure il video del pestaggio della ragazza al Cairo ha ottenuto miliardi di visualizzazioni. Ora le donne marciano su piazza Tahrir per manifestare contro la brutalità usata dall’esercito. Gas lacrimogeni e pistole – di cui i militari sono stati dotati – continuano a seminare il panico nelle strade. I morti, finora, sono circa tredici!
La donna dal reggiseno blu. Non ha voluto che il suo nome fosse rivelato, ma l’attivista ha ottenuto comunque questo soprannome. Picchiata, denudata e umiliata. Questo ha dovuto subire una donna da soldati ingaggiati per ristabilire l’ordine. Una vergogna agli occhi del mondo. Il Consiglio Supremo delle Forze Armate in Egitto ha dichiarato il suo estraniamento dalle vicende degli ultimi scontri; ha, inoltre, sottolineato il rispetto per le donne e che “tutte le misure legali sono state adottate per dare conto di tutti i responsabili di tali violazioni”. La voce del segretario di Stato Usa Hillary Clinton spicca su tutte le condanne giunte da tutti gli altri Paesi. “Le donne sono state picchiate e umiliate nelle stesse strade in cui hanno rischiato la vita per la rivoluzione. Le manifestanti sono state arrestate e sottoposte a orribili abusi. Le giornaliste sono state aggredite sessualmente e ora le donne vengono attaccate, denudate, picchiate in strada. Questa sistematica degradazione delle egiziane disonora la rivoluzione, è un’onta per lo Stato e le sue divise e non è degna di un grande popolo”. Critica giunta dal Paese che fornisce oltre il miliardo annuo per le spese militari al Cairo.
Il generale Adel Emara ha catalogato l’accaduto come “incidente isolato”. Fatto sta che la ragazza è in gravi condizioni. Fatto sta che i mass media dimostrano il contrario. Numerose le denunce di ragazze picchiate. Una tra tutte è mamma Khadija. Lei ha subito violenze perché portava viveri ai manifestanti.
Eppure le donne non si fermano. Le donne si sono riunite e hanno attraversato piazza Tahrir compatte e senza tentennamenti. Con e senza velo, mamme e figlie. Tutte hanno imposto la loro presenza gridando “Le donne dell’Egitto sono la linea rossa”. E gli uomini pronti a proteggere le donne formando un anello umano intorno alle protestanti di Million Woman. “Sono qui per condannare violentemente gli attacchi a uomini e donne egiziane dall’esercito egiziano – ha rimarcato Ragia Omrar, attivista dei Diritti Umani – Non lasceremo che questo accada di nuovo e noi continueremo ad esprimere la nostra rabbia contro questa giunta militare che uccidendo questo paese”. Parole di conforto arrivano anche da Navi Pillay, rappresentante dell’Alto Commissario dell’ONU per i Diritti Umani, “La violenza spietata usata contro manifestanti inermi è particolarmente scioccante e non possono essere lasciati impuniti. Si tratta di atti pericolosi per la vita – oltre che disumani – e non possono essere giustificati con il pretesto di ripristino della sicurezza o del controllo della folla”.
Roberta Santoro
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