La nazionale under 21 torna a casa a testa alta dall’Europeo appena concluso in terra d’Israele. Agli azzurrini, guidati dal tecnico Devis Mangia non si può infatti rimproverare nulla, nonostante una finale persa nettamente contro la Spagna. Gli iberici, d’altronde, si sono dimostrati ancora una volta più forti, capaci di imprimere il loro ritmo alla partita fin dai primi minuti. Una finale senza storia, o quasi, che però non macchia l’europeo della nazionale, anche se fa tornare a casa tutti con l’amaro in bocca. Un amaro che si fa ancora più forte se si pensa alla bella azione di Florenzi nel primo tempo, quando il punteggio era sull’1-1, che per poco non si è trasformata in gol.
A parte questo rimpianto, però, il destino della finale si è incanalato sul binario della Spagna fin dall’inizio, ovvero dal minuto numero 6 quando Thiago Alcantara, lasciato troppo solo in area, ha siglato di testa il primo dei suoi tre gol. Forse, se qualcosa proprio si vuol rimproverare agli azzurrini, sono proprio le disattenzioni difensive, sul primo gol ma maggiormente sugli altri, compresi gli interventi che hanno provocato i rigori. Questo perchè dopo la prima rete, che rischiava di tramortire la squadra, l’under 21 ha saputo reagire e pareggiare con Immobile, prima di buttare via tutto con Florenzi che non ha finalizzato il possibile 2-1 e la difesa che ha lasciato molto a desiderare.
A tutti vanno però concesse le attenuanti, generiche e non, sia per il grande campionato europeo giocato sia per la forza delle furie rosse, indomabili anche questa volta. Lo sa bene mister Mangia che ha fine partita ha assolto tutti i suoi calciatori.
“Ai miei ragazzi non posso dire niente. – ha dichiarato Mangia a termine della partita. – E’ mancata l’esperienza e questo è stato determinante. Abbiamo anche avuto una grande opportunità di passare in vantaggio sull’1-1, ma poi alla distanza abbiamo pagato anche un po’ di stanchezza“. Il tecnico è stato poi incalzato da domande in merito alla sua permanenza sulla panchina azzurra. “Il mio futuro? Francamente adesso non è proprio il momento per pensare a queste cose. I ragazzi hanno fatto cose importanti, mi auguro che vengano riconosciuti i loro meriti. Per me meritano grandi complimenti. La nostra è una grande squadra, con dei valori importanti che oggi hanno dimostrato un’altra volta. I valori tecnico ci sono sempre stati, gli episodi poi fanno sempre la differenza“.
E allora cosa resta di questo europeo? Resta senz’altro la consapevolezza di avere in casa dei talenti, vedi Immobile e Florenzi, ma anche Insigne, eroe della prima partita e della semifinale contro l’Olanda, insieme a Borini, quest’ultimo in rete anche contro la Spagna per l’inutile 4-2 finale. Molti di questi talenti faranno parte dell’Under 21 anche nel prossimo biennio. Se una lezione si vuole imparare da questa esperienza, allora questa viene proprio dalla Spagna che da sempre coltiva i propri giovani, impiegandoli di più nel proprio campionato. A volte, infatti, con la moda di cercare il campione sempre all’estero, si finisce con il sottovalutare quei campioni che già si hanno in casa.
Umberto Rennella
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