L’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, in un’intervista sul quotidiano La Repubblica ha messo allo scoperto la sua strategia rispetto a un mercato italiano “colato a picco a livelli senza precedenti, ritornato agli anni ’60”. L’ ad ha dichiarato: “Cerco di assecondare la ripresa nel mercato Usa per acquisire una sicurezza finanziaria che mi consenta di proteggere la presenza Fiat in Italia e in Europa“.
Addio a Fabbrica Italia il piano industriale Fiat 2010-2014, che prevedeva forti investimenti in Italia. Il piano era una risposta ai sindacati che accusavano Marchionne di voler trasferire la Fiat all’estero e rappresentò la speranza che l’ad offrì ai lavoratori in cambio di concessioni dal punto di vista sindacale.
Il dato è che “Fiat sta accumulando perdite per 700 milioni di euro in Europa, e sta reggendo questa perdita con i successi all’estero, Stati Uniti e paesi emergenti. Queste sono le uniche due cose che contano”.
Replica anche agli attacchi di Diego Della Valle della Tod’s: “Tutti parlano a cento all’ora, perchè la Fiat è un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità e alto prezzo che compravo anch’io fino a qualche tempo fa: adesso non più. Ci sarebbe da domandarsi chi ha dato la cattedra a molti maestri d’automobile improvvisati, ma significherebbe starnazzare nel pollaio più provinciale che c’è. Fintanto che attaccano, nessun problema. Ma lascino stare la Fiat”.
Marchionne se la prende con un mercato che non c’è: “In Italia siamo sotto un milione e 400 mila auto vendute e negli ultimi cinque anni ne abbiamo perse un milione e centomila”, afferma la volontà di non chiudere, ma si mostra preoccupato per il futuro. Chi se la sentirebbe di investire in un mercato tramortito dalla crisi, se avesse la certezza non soltanto di non guadagnare un euro ma addirittura di non recuperare i soldi investiti? Marchionne continua: “Con nuovi modelli lanciati oggi spareremmo nell’acqua: un bel risultato”, e spiega: “se io avessi lanciato adesso dei nuovi modelli avrebbero fatto la stessa fine della nuova Panda di Pomigliano: la miglior Panda nella storia, 800 milioni di investimento, e il mercato non la prende, perchè il mercato non c’è”.
Giusy De Angelis
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