Uscito nelle sale qualche mese fa, ora disponibile sui canali primafila di Sky, questo film di Tornatore ha lasciato gli scettici a bocca aperta. Il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane nel Gennaio del 2013, distribuito dalla Warner Bros Pictures Italia ha incassato 8.495.321 euro.
L’indiscussa punta di diamante del film è l’attore protagonista, Geoffry Rush ( L’interprete di Barbossa nella saga Pirati dei Caraibi e attore non protagonista del Discorso del re- per il quale ha ottenuto una nomination agli Oscar- del 2012).
Virgil Oldman è un facoltoso battitore d’asta che riesce negli anni, grazie anche all’aiuto di un caro amico, a comprare a prezzi stracciati opere d’arte ( tutte raffiguranti donne) dal valore inestimabile. Virgil è un uomo solo, senza legami affettivi o familiari, che ha fatto delle sue opere d’arte la sua unica passione tenendole tutte custodite in un caveau. Durante una delle sue giornate lavorative, gremite di appuntamenti con ricchi personaggi, viene appositamente ricercato da una donna che desidera mettere all’asta i beni appartenuti alla sua famiglia. Incuriosito dalla donna, che non si mostra mai in pubblico a causa di una forma di agorafobia importante, Virgil inizia a stringere con lei un rapporto di fiducia inquietante che nasconde molti risvolti che attraversano la trama del film lasciandoci elaborare finali sempre diversi, fino a giungere a quello che Giuseppe Tornatore ha scelto come migliore.
Un film che sa attirare l’attenzione dello spettatore più scettico, quello che crede di riconoscere un film dalle prime sequenze e che sa già come andrà a finire. Molti elementi, saggiamente utilizzati per stravolgere anche le poche certezze che la stessa trama sembra offrire, portano lo spettatore ad arrendersi alla vicenda e ad aspettare la fine non sapendo bene su quale binario orientarsi. L’atmosfera intrisa d’arte, conferisce un’aria monumentale di rispetto, sembra di trascorrere due ore al museo e non al cinema, silenzi profondi intervallano scene più movimentate ma comunque cristallizzate in un qualcosa di più grande. Come lo ha definito Valerio Caprara questo film è “un thriller dell’anima”, qualcosa che lascia una sensazione di sconcerto.
Tanti piccoli tasselli raccolti durante la vicenda sembrano ricostruire un grande mosaico rendendoci qualcosa che forse, lucidamente e meno coinvolti avremmo potuto aspettarci sin dall’inizio. Grandi ingranaggi di un cinema più antico fanno capolino in questo lavoro di Tornatore che con estrema abilità riesce a mantenere costante l’attenzione e la suspence per oltre due ore di film che non sembra mai annoiare.
Romina Masecchia
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