Nel complesso, sono 2.192 gli evasori totali scoperti dalle Fiamme Gialle, tutti accomunati da una caratteristica: il non aver presentato per almeno un’annualità d’imposta la dichiarazione dei redditi. Fino ad oggi erano invisibili per il Fisco. In realtà c’erano e facevano la “bella vita” a discapito degli imprenditori leali e rispettosi delle leggi. Si permettevano macchine di lusso, ville da sogno e ricchezze messe su in anni e anni di disonestà e allo stesso tempo, sfruttavano servizi che non avevano mai contribuito a pagare. I più alti “picchi” di evasione, si legge in una nota della Guardia di Finanza, sono stati riscontrati nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio (quasi il 25% del totale), delle costruzioni edili (circa il 22%), delle attività manifatturiere (11%), delle attività professionali, scientifiche e tecniche (5,7%) e delle attività di alloggio e ristorazione (5,5%).
Tra i casi fatti emergere dalla Guardia di Finanza, c’è quello di un famoso bar a Thuile – conosciutissima località sciistica vicina a Courmayer – che negli ultimi 5 anni non ha dichiarato ricavi per 350mila euro. Lo ha scoperto la GdF di Aosta dopo una serie di approfondimenti in seguito a un normale controllo sulle ricevute e sugli scontrini fiscali. C’’è poi una pasticceria di Reggio Calabria, molto apprezzata, che oltre a non aver dichiarato negli ultimi 2 anni, ricavi per 400mila euro, si è avvalsa anche di lavoratori “in nero”. C’è l’albergatore di Grado che ha omesso di dichiarare l’oltre mezzo milione di euro di ricavi, incassati dopo il “tutto esaurito” fatto registrare dalla sua struttura nelle scorse stagioni estive. “È stata una dimenticanza”, ha detto l’imprenditore turistico alle Fiamme Gialle di Gorizia che stavano per eseguire i controlli.
Quello di Gorizia non è, però, l’unico caso di dichiarata “dimenticanza” della dichiarazione: tra i soggetti economici più distratti scovati dalla Finanza vi sono anche una società di capitali romana che gestisce alcuni teatri di cabaret e un centro di divertimenti anch’esso della Capitale. La prima società avrebbe “dimenticato” di dichiarare 3 milioni e 600mila euro di ricavi; la seconda 4 milioni circa.
Particolare, poi, il caso di evasione totale scoperto a Messina: un centro di macellazione di carni che aveva nascosto al Fisco ricavi per oltre 30 milioni di euro. Andando a scavare in profondità, le Fiamme Gialle hanno inoltre scoperto che i marchi auricolari di alcuni animali, morti nelle stalle o già macellati, venivano apposti su altri capi di bestiame che, fatti arrivare clandestinamente, prendevano l’identità di quelli, di provenienza lecita morti.
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