“Non brancoliamo nel buio di un’Italia dei misteri”, certo ci sono ancora verità da svelare, ma siamo in un’Italia che si è liberata e “ha sconfitto il terrorismo” ed ha individuato e “sanzionato” centinaia di persone.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si commuove, al cospetto delle vittime del terrorismo, e dalla cerimonia al Quirinale lancia un messaggio fortissimo contro i fantasmi di un dramma che, mentre da Genova arrivano notizie di rivendicazioni, continua a spaventare. “Non ci sono ragioni di dissenso politico e tensione sociale che possano giustificare ribellismi, illegalismi, forme di ricorso alla forza destinate a sfociare in atti di terrorismo” ha detto Napolitano nel corso della Giornata della Memoria, la voce rotta da una grande commozione. Il Presidente della Repubblica sostiene che la priorità è “diffondere, anzi condividere, consapevolezza storica, sensibilità civica, volontà di partecipazione a tutela dei principi e dei diritti costituzionali, da qualunque parte vengano insidiati o feriti”. Solo così, ha detto il Capo dello Stato, “possiamo porre un argine insuperabile a ogni rigurgito di violenza e finanche di violenza armata”. E’ convinto, Napolitano, che “quella tragedia non si ripeterà, nemmeno in forme e di bieca e sempre micidiale farsa”.
Secondo il Presidente della Repubblica “fossero pure solo le modalità dell’agguato al dirigente d’azienda genovese a richiamare il terrorismo – vedremo i seguiti dell’indagine – la risposta e la vigilanza devono essere categoriche”. Napolitano ha giudicato “positiva” l’evoluzione riguardo l’accesso agli atti “che renderà presto consultabili anche quelli degli organismi di intelligence”.
Tramite la vigilanza e la sollecitazione del Copasir – ha ricordato il Presidente della Repubblica – il Parlamento “segue il rinnovato impegno del governo all’applicazione di regole stringenti in materia di ricorso al segreto di Stato che scongiurino il pericolo delle distorsioni, durante gli anni del terrorismo e delle stragi, che sono state spesso e in più sedi denunciate”.
A tal proposito Napolitano ha fatto riferimento alla recente visione delle due lettere di Aldo Moto scritte nel corso della prigionia e che sono state mostrate alla fine della cerimonia in una sala del Quirinale anche ai nipoti dell’ex leader della Dc.
Alla celebrazione del Giorno della Memoria – preceduta dalla deposizione di una corona di fiori in via Caetani davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dell’on. Aldo Moro – hanno preso parte le Associazioni e numerosi familiari di vittime di atti terroristici. La cerimonia, presentata dalla giornalista Silvia Giralucci, figlia di Graziano ucciso insieme a Giuseppe Mazzola dalle Brigate Rosse nel 1974 nella sede del Msi a Padova, è stata caratterizzata dalle testimonianze di Nicola Simone, Vice capo della Digos, Medaglia d’oro al Valor Civile, vittima nel 1982 a Roma di un tentativo di sequestro da parte delle Brigate Rosse nel quale venne ferito; del colonnello Paolo Galvaligi, figlio del generale Enrico Riziero Galvaligi, Medaglia d’oro al Valor Civile, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1980 a Roma; e di Giampaolo Zancan, rappresentante dell’Ordine degli Avvocati, per ricordare Fulvio Croce, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1977 per aver accettato la difesa d’ufficio dei terroristi consentendo così l’avvio dei processi.
Alla giornata hanno parlato anche alcuni giovani autori del libro “A onor del vero. Piazza Fontana. E la vita dopo”, e Piergiorgio Vittorini, avvocato di parte civile al processo di Piazza della Loggia e promotore del progetto “Memoriale per le Vittime del terrorismo e della violenza politica”. E’ intervenuto, poi, lo storico e scrittore Miguel Gotor.
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