Tutti lo ricordano come il maghetto occhialuto della saga inventata da J.K. Rowling, eppure dall’ultimo capitolo di “Harry Potter”, film del 2011, Daniel Radcliffe sembra averne fatta di strada. Infatti a differenza di quanto spesso può accadere ad attori che si trovano ad interpretare lo stesso personaggio in più pellicole, restandone quasi imprigionati, la carriera e la crescita artistica del giovane attore britannico è tutta in salita. E così, come la sua collega e amica di set nella saga di Harry Potter, Emma Watson, che ha detto sì a pellicole in cui la trasgressività la fa da padrone (si pensi a “Noi siamo infinito” e “Bling Ring”), anche Daniel Radcliffe si è liberato della bacchetta magica per abbracciare un personaggio più maturo, trasgressivo e dalla personalità fortissima. Quasi si fatica ad immaginare che dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, il faccino pulito e innocente di Daniel sia passato alla Columbia University, per immedesimarsi nei panni di uno scrittore statunitense, Allen Ginsberg, dalla personalità contorta e affascinante, il quale negli anni cinquanta insieme ad un gruppo di amici diede vita a quel movimento che prese il nome di Beat Generation (come lo definì Jack Kerouac).
Grazie al regista esordiente John Krokidas, l’attore ha potuto finalmente indossare i panni di Allen Ginsberg, lo scrittore maledetto già interpretato al cinema da James Franco nella pellicola sperimentale “Urlo”. E Urlo (Howl)è appunto il poema dello scrittore, al tempo aspramente criticato per la crudezza del linguaggio, ma in seguito divenuto manifesto dell’intera cultura beat. In Giovani ribelli – Kill Your Darlings, il regista lungi dal volere proporre un’agiografia di un movimento letterario rivoluzionario e di rottura con la tradizione idealistica e letteraria del tempo, invece decide di raccontare gli antefatti che segnarono il processo di crescita e anche di divisione dei massimi esponenti della beat prima che diventasse quel movimento di rottura e anticonformista così come lo conosciamo.
Allen Ginsberg (Daniel Radcliffe),figlio di un poeta e di una madre affetta da disturbi mentali, grazie ad una borsa di studio entra alla Columbia University. Qui incontra Lucien Carr (Dane Dehaan), un giovane studente universitario, il cui fascino magnetico e le idee rivoluzionarie fanno braccia nel cuore di Ginsberg. Lucien quindi accompagnerà Ginsberg nel mondo notturno di Manhattan e nella casa di David Kammerer (Michael C. Hall), suo amante. Qui un gruppo di giovani poeti maledetti che rifiuta le norme, la standardizzazione di massa, e promuove un modo di fare letteratura totalmente nuovo vuole e intende cambiare il mondo. Ma la gelosia di David nei confronti di Lucien crea problemi per l’equilibrio del gruppo fino alla tragicità della vicenda e all’omicidio di David ad opera di Lucien, evento poco noto anche ai cultori della beat generation. Episodio quest’ultimo che coinvolse tra grandi poeti della Beat Generation: Jack Kerouac (Jack Huston), Allen Ginsberg e William Burroughs (Ben Foster). Separati da un evento talmente tragico i tre poeti saranno costretti a fare i conti con la propria coscienza.
Il regista pesca dall’ambiente noir degli anni quaranta per narrare la vicenda dell’omicidio di David, focalizzando l’attenzione sulle ragioni e le dinamiche dell’assassinio, e soprattutto puntando i riflettori sui protagonisti persi in fumi densi e allucinogeni e nei viaggi lisergici che sono alla base del loro atto creativo. L’ambigua personalità degli scrittori, a partire da Lucien, interpretato da Dane Dehaan, attore dal fascino magnetico e maledetto, si dirama attraverso il contorto triangolo amoroso che vede al centro di tale vicenda Lucien, poeta mediocre che teme di non riuscire ad ottenere nessun successo a causa del suo scarso talento. Ma che riesce invece ad attirare su di sé l’interesse amoroso dell’Allen Ginsberg di Daniel Radcliffe e del David Kammerer di Michael C. Hall. Ed è proprio del bel biondo dannato che non ha altro talento se non la sua bellezza che si invaghisce il giovane Allen interpretato da Daniel Radcliffe, il quale smessi i panni del maghetto è al centro di una vicenda sentimentale omosessuale dai risvolti drammatici. A Michael C. Hall, violento serial killer della serie televisiva “Dexter”, spetta invece il compito di traghettare i sottili corpi dei giovani scrittori ancora così acerbi verso una realtà nuova e proibita.
Il film, presentato al Sundance Film Festival (gennaio 2013), ha ottenuto un buon successo di critica, grazie anche al beneficio dell’euforico talento di Michael C. Hall, Jake Huston, Ben Foster e in particolar modo per l’interpretazione dell’angelo biondo ma dannato di Lucien, interpretato dal 27enne attore statunitense Dane Dehaan.
Maria Scotto di Ciccariello
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