Giulio Andreotti sembrerebbe l’antitesi umana del cambiamento, l’immobilismo monolitico: eppure è stato uno dei presidenti del consiglio più attivi e innovativi della “Prima Repubblica”, numerose riforme sono state attuate dai suoi governi ed alcune totalmente sottotaciute (in nome di un “clichè” d’immobilismo da difendere a tutti i costi).
Ultimamente si è parlato tanto di “quote rosa” e di “pari opportunità”: Giulio Andreotti fu il primo capo del governo ad ammettere una donna tra i suoi ministri, una gran donna.
Tina Anselmi fu innanzi tutto una partigiana: funse da staffetta a comando Gino Sartor, prese la decisione dopo aver visto impiccati dei partigiani comunisti.
Laureatasi all’università “Cattolica” di Milano, intraprese parallelamente il mestiere di maestra elementare e quello di politica, scalando i gradini del potere con estrema velocità: dirigente del sindacato tessile e in seguito dirigente di quello delle maestre, leader dei giovani democristiani, membro dell’Unione Europea femminile( a 36 anni), esponente del consiglio nazionale democristiano ed infine deputata nel 1968, a 41 anni ( lo fu ininterrottamente fino al 1992).
Dopo essere stata sottosegretaria per tre mandati, il 29 luglio del 1976 fu nominata ministro del lavoro( a 49 anni) nel terzo governo di Giulio Andreotti, quello definito della “non sfiducia” (ovvero la storica astensione del Pci in aula): il primo ministro femminile della storia della repubblica italiana.
A dispetto della classica tipologia conservatrice democristiana, Tina Anselmi promulgò leggi coraggiose: nel 1977 fu la prima politica ad imbastire la legge sulle pari opportunità (cavalcando la tigre del movimento femminista di quegli anni) e, a capo del ministero della sanità, fu una delle ideatrici del “Servizio Sanitario Nazionale”, nel 1978.
Nel 1981 si sobbarcò un compito assai duro: fu presidente della commissione sulla loggia P2, i cui lavori terminarono nel 1985.
Destò qualche sospetto il fatto che non fosse sposata, altro atto d’anti-conformismo per una donna di quegli anni: Maurizio Costanzo durante la trasmissione “Bontà loro”, destò scandalo, quando durante un’intervista le chiese i motivi del nubilato.
La sua forza non è passata inosservata: numerose personalità la volevano al Quirinale, sia nel 1992 e sia nel 2006: la prima candidatura fu promossa dal giornale “Cuore”, il cui orientamento di sinistra la dice lunga sulla popolarità bipartisan di Tina Anselmi.
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