Il New York Times titola: “Europeans Reach Deal With Google on Searches“, cioè annuncia un possibile accordo tra l’antitrust europea (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e Google per modificare i risultati del suo motore di ricerca. È la prima volta che Google accetta modifiche ai propri risultati di ricerca senza modificare il suo segreto algoritmo. Il Financial Times infatti sottolinea che è la prima volta che “Google cede alle pressioni antitrust sul proprio core business della ricerca, che copre quasi il 90% delle ricerche online in Europa“.
Lo scorso Gennaio il commissario europeo alla concorrenza Joaquin Almunia aveva detto al Financial Times: “è mia convinzione che (Google) stia dirottando il traffico” a danno dei concorrenti. Ci riferiamo al modo in cui il motore presenta i propri servizi all’interno delle pagine con i risultati di ricerca. Dopo un’ indagine antitrust è risultato un abuso di posizione dominante sul mercato. Nel novembre 2010, aziende concorrenti come Microsoft, avevano presentato ricorso su questa vicenda. Denunce anche da Expedia e TripAdvisor.
Il motore di ricerca si impegna quindi ad etichettare i propri servizi e integrare link concorrenti. Dal Financial Times leggiamo che Google etichetterà “quei risultati più chiaramente, per evidenziare da dove vengono, mentre darà maggiore prominenza ai link delle aziende Internet rivali che offrono risultati simili”. Questo quanto condizionerà l’utente? C’è da capire se tutto questo porterà benefici alla concorrenza o favorirà ancora di più BigG. Infatti secondo Ben Edelman professore associato ad Harvard “alcune etichette sarebbero inefficaci o dannose, dato che etichettare un contenuto come ‘risultato Google’, potrebbe in qualche modo voler significare che che quel contenuto è migliore di altri”. Anche secondo Shivaun Raff, CEO di Foundem, una delle prime aziende che si è rivolta alla UE contro Google: “Le proposte descritte sembrano comunque giocare a favore di Google”. Tuttavia se Google riesce a dare spessore ai vari siti concorrenti si potrebbe avere una maggiore libertà di informarsi. Google intende cooperare con la commissione Ue anche per evitare una multa fino al 10% del proprio fatturato globale annuo, che lo scorso anno ammontava a 47 miliardi di dollari. Nel mirino dell’antitrust anche Android, che detiene il 70% del mercato smartphone. Si parla di “strategia mobile anti-competitiva”.
Giuseppina De Angelis
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