Mentre il 2010 ci saluta togliendo via la puntina dal giradischi, c’è già chi attende ansioso le uscite discografiche che il nuovo anno promette.
Molti i nomi sul tavolo, ma andiamo con ordine.L’ anno che volge al termine non è stato esaltante in termini di qualità, ma sicuramente spicca su tutto e tutti l’ etereo e potente “The Suburbs” dei canadesi Arcade Fire, un vero capolavoro in termini di intensità sonora e manifesto espressivo portavoce di quella periferia americana che ancora non riesce a farsi conoscere del tutto dal “mainstream”.
Vera chicca del primo semestre è stato “The Courage Of Others”, ultima fatica dei texani Midlake, quintetto che precedentemente ci aveva deliziato con le melodie folk di “The Trials Of Van Occupanther”. In questo nuovo lavoro invece si sente e si coglie l’ascolto ripetuto da parte della band di gruppi folk-prog anni ‘70 di matrice inglese, come i Jethro Tull, sfociando in strutture compositive di matrice quasi “medievale”, con passaggi ricchi di flauti.
Tra i dischi da ricordare, citiamo il graffiante “Brothers” dei Black Keys, che porta in auge un minimalismo sonoro quasi à la Plastic Ono Band di lennoniana memoria misto al blues più sporco. Degno di menzione resta anche il progetto solista di Jonsi dei Sigur Ros, il pomposo e primaverile “Go”, così come merita più di un ascolto “Plastic Beach” dei Gorillaz, la cartoon-band di Damon Albarn e soci.
Tornando a noi, tra i famosi nomi sul tavolo del 2011 spicca certamente “Hot Sauce Committee Vol. 2” dei newyorkesi Beastie Boys, previsto per la prossima primavera. Attesissimi i lavori dei Decemberistis e dei Fleet Foxes, mentre Dr. Dre si prepara al lancio di “Detox” nel mese di febbraio.
Accoppiata di vere e proprie regine con Fiona Apple e PJ Harvey, la prima senza date annunciate e la seconda in dirittura d’ arrivo.
Il rock cala il trio aspettando R.E.M., The Strokes e U2. La prolifica band di Michael Stipe è attesa ad una riconferma dopo il valido “Accelerate” del 2008, mentre da Casablancas e soci attendendiamo speranzosi qualcosa di valido dai tempi ormai lontani di “First Impressions on Earth”, datato ormai 2006. Discorso diverso per gli U2 di Bono & Company, reduci da un tour estenuante che difficilmente li metterà nelle condizioni di rinchiudersi sin da subito in studio.
Marco Della Gatta
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