I Moai di Rapa Nui: guardiani o divinità?

Un bellissimo Moai sul fondale marino della Barriera Corallina

Un bellissimo Moai sul fondale marino della Barriera Corallina

Il nostro mondo sta andando a rotoli, specialmente in termini di Natura che sta subendo una contaminazione sempre più violenta. Il “nostro” pianeta era qualcosa di davvero paradisiaco ma evidentemente, l’aggettivo che ho scritto nelle virgolette è stato un pochino mal interpretato. Nostro in quanto dato a noi, ma non nostro in quanto noi padroni di deturparlo così.

Per fortuna, la mano inappropriata dell’uomo ha influito poco su alcune zone della Terra, tra cui la meta di cui sto per parlarvi.

Ma come al solito, vi chiedo di preparare una spartana valigia ed accettare di seguirmi senza sapere dove vi porterò. Lo scoprirete durante il tragitto.. Andiamo!

Approdiamo in una landa dalla fitta vegetazione incontaminata, circondata da acqua cristallina e surreale silenzio, interrotto solo dal melodico rumore della Natura.
Guardate laggiù, pare che sapessero del nostro arrivo! Quante persone ad attenderci, tutte allineate ed ordinate! Avviciniamoci e..

.. No aspettate, non sono persone! O meglio, non in carne ed ossa! E sono giganti!

Signore e signori, vi presento i Moai!

Come chi sono? I Moai sono statue monolitiche realizzate in tufo vulcanico e sono caratteristiche di questa isola: l’isola di Pasqua (chiamata così perché scoperta da una nave olandese il giorno di Pasqua del 1722). Ad esse hanno affibbiato il ruolo di guardiani della loro amata terra, disposte lungo tutto il perimetro dell’isola vulcanica di circa 160 km quadrati. Hanno sembianze antropomorfe, la cui origine incerta ne fa uno dei grandi misteri della storia. Sono oltre 600 e son alte tra i 10 ed i 30 metri. Tutti elementi che fanno conferire loro lo status di patrimonio dell’Unesco, oltre che gettonata meta turistica.
Ed è proprio il turismo a spaventare gli isolani che sottolineano di non essere contro il turismo (il quale oramai vale per l’80% della loro economia), ma quello di massa, che sta distruggendo l’ecosistema dell’isola. E dire che la nuova colonizzazione cilena sta trasformando l’isola in un immenso resort turistico di lusso. A tal proposito, gli isolani hanno chiesto l’indipendenza dal Cile (di cui l’isola fa parte, nonostante ne disti quasi 4000 km!) o, in alternativa, l’annessione alla Polinesia.
E, personalmente, non riesco a dare loro torto. Sappiamo un po’ tutti come, gran parte degli uomini, trattano le cose non direttamente proprie.

Guardate come sono possenti i Moai! Lasciano a bocca aperta e, nonostante la loro imponenza, non spaventano ma danno quasi un senso di sicurezza. Questi colossi pesano oltre 80 tonnellate e da sempre ci si è domandati come diamine siano stati trasportati dal luogo di produzione ai vari punti dell’isola. Molti scienziati e studiosi si son mostrati titubanti sul fatto che potessero essere stati gli abitanti stessi dell’isola, a spostarle, visti i loro mezzi poco consoni.

E allora?

A leggere le parole di un libro scritto da alcuni ricercatori e riportanti le parole di un giovane nativo del luogo, i Moai camminavano. Da sole, queste statue camminavano. Secondo la tradizione locale tramandata da sempre, è così. I Moai furono mossi dal mana, una forza spirituale trasmessa dai potenti antenati.

Altri affermano che le colossali statue vennero trasportate lungo l’isola tramite dei grandi tronchi di legno sui quali furono adagiate.

Non è mai stato escluso neppure che fosse stata opera di alieni, tra le tante teoriche spiegazioni.

Ma oggi,  un test svolto dall’equipe scientifica dell’ Università delle Hawaii e della California State University Long Beach svela, forse, questo segreto. Infatti è riuscita a dimostrare concretamente il modo in cui le gigantesche sculture di pietra siano state trasportate dalla cava in cui venivano prodotte fino ai punti sacri dell’isola dove venivano disposte in gruppi anche di sette od otto. Davanti alle telecamere hanno fatto trascinare da un gruppo di 18 persone un Moai di circa 5 tonnellate ed alto 3 metri. Il Moai è stato spostato con l’aiuto di corde, in un modo che rimanesse sempre in posizione verticale.

Ma venite, esploriamo la cava più importante dell’isola, Rano Raraku, dove son stati prodotti i Moai, e vediamo le persone cosa ci dicono!

Ci confermano la teoria delle corde. Basti guardare il taglio della base delle statue: era fatto in modo da facilitarne il trasporto. La base, infatti, non era né piatta e né regolare, bensì curva. Ciò permetteva ai Moai di reggersi sempre in piedi anche in movimento, dondolando ma non cadendo. Ci dicono anche che, rispetto al resto del corpo, la base veniva levigata solo in sito, quando il trasporto si era concluso, così da poter levigare eventuali ammaccature causate dal trasporto.

Quanto fascino, quanto fascino!

Lì!

Andiamo verso la costa, così da poter ammirare da vicino uno  di questi enigmatici monoliti! Dai, muovetevi! Son ansiosa di guardarli a pochissima distanza!

Caspita che giganti! Da vicino l’effetto è ancor più incantevole! Leva il fiato!

Come possiamo vedere, le loro altezze non son tutte uguali. Questo va un poco in contraddizione con la teoria dei guardiani. Se così fosse, infatti, dovrebbero essere tutti uguali, semplicemente. Invece sono disposti in maniera da far pensare ad una differente importanza gerarchica delle divinità, cosa che accomuna le mitologie di tutto il mondo. Avete notato che una è molto più grande delle altre e si trova all’incirca al centro del gruppo? Un po’ come un Pantheon..

Le figure sono tutte dello stesso genere ma ognuna rappresenta un soggetto diverso e, cosa che non sentiamo spesso a riguardo, sono decorate sul retro. Alcune di esse hanno vere e proprie scene scolpite sulla “schiena”, rappresentanti eventi astronomici, lotte tra guerrieri o anche Dèi. Guardate, sono lavorate nei minimi dettagli!

E quei cappelli rossi che indossano i Moai? Anche di essi non si sente molto parlare, forse perché va in contrasto con la teoria delle corde. Eh sì, perché la vedo un po’ difficile sollevare verticalmente ed incastonare sulle teste dei Moai (a circa 15 metri di altezza), questi cappelli di pietra rossa del peso di 3 tonnellate e più.

Continuiamo a passeggiare, dirigendoci verso gli altopiani dalla costa. Che meraviglia, respirate a pieni polmoni! Quando vi ricapita tanta flora e fauna così selvaggia? Questo venticello tra i capelli, poi..

Oh, guardate qui! Questo è un altro punto enigmatico della Rapa Nui (altro nome con cui è conosciuta l’Isola di Pasqua)! Questo insieme di Moai è disposto in maniera diversa dalla precedente: quelli schierati, in effetti, sembrano proteggere l’area pianeggiante non guardando il mare e.. Lo schieramento principale è composto da statue che guardano tutte nella stessa direzione. Come mai? Cosa c’è o c’era in quella direzione?

E perché le statue situate nella parte scoscesa dell’isola sono messe a casaccio? Alcune sono pendenti da un lato, altre son coricate ed interrate, addirittura..

Ma ora vi dirò una cosa che ha dello shockante: i busti dei Moai che si scagliano verso il cielo non sono altro che soltanto la parte superiore del loro corpo. Ebbene sì, moltissime di queste statue sono complete di gambe e piedi ma.. sotterrate. Per vederle bisognerebbe scavare profondamente intorno ad esse. Ora la domanda sorge spontanea: come è arrivata tutta la terra che li ha coperti fino al petto ed oltre?
Alcuni esperti, osservando l’isola, pensano che una violenta ondata di acqua l’abbia colpita, portando sulla terraferma un’ enorme quantità di detriti e questi, divenuti fango, avrebbero causato lo sconvolgimento dei Moai mettendoli a casaccio, coricandoli e, in alcuni casi, seppellendoli completamente.

Forse non sapete che alcuni Moai, addirittura, si trovano sott’acqua! Tanto è vero che si è teorizzato anche che l’isola di Pasqua potesse essere il centro templare rialzato di un’ isola più grande. E che in gran parte sia stata spazzata via da qualche catastrofe naturale.

Sono tante le domande e gli studi che si tralasciano, per concentrarsi su come i Moai siano stati spostati lungo l’isola. E non si approfondiscono argomenti come i disegni dietro le loro schiene, la disposizione “random”, i monoliti sul fondo marino..

… Il mistero s’infittisce. E forse a noi va bene così. Forse non vogliamo realmente svelare questi enigmi perché, molto probabilmente, ci piace fantasticare e pensare di avere in Terra qualcosa che può essere stata forgiata e baciata da forze misteriose e sovrannaturali. Insomma, ad enigmi svelati, l’isola di Pasqua perderebbe gran parte del suo fascino.  E nessuno vuole che ciò accada.

La Redazione

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