Il paradiso per vulcanologi e surfisti: le Isole Hawaii

Una suggestiva immagine di una danzatrice di hula nell'ora del tramonto hawaiano

Una suggestiva immagine di una danzatrice di hula nell’ora del tramonto hawaiano

Se vi parlo di isole festose, colorate ed accoglienti.. A cosa pensate?
Se vi parlo di noci di cocco, ghirlande di fiori ed hula?
Eh amici, chi di noi non ha sognato mai, almeno una volta nella vita, di fuggire via, destinazione Hawaii?
E soprattutto, chi di non si è mai domandato “ma questi (gli hawaiani), dalla mattina alla sera, non lavorano? Stanno sempre col drink in mano? Come cavolo fanno a campare?”
Stavolta partiamo senza valigia, dai!
Però mettete le cuffie sulle orecchie e viaggiamo insieme.
I costumi da bagno li compreremo in uno dei coloratissimi bazaar ed idem per gli infradito.
Non serve altro! Go!

Come sempre, durante il nostro tragitto, vi accenno qualcosa della nostra meta.
Innanzitutto ubichiamo le Hawaii: facenti parte (geograficamente parlando) dell’Oceania, si trovano nell’ Oceano Pacifico e sono di “proprietà” americana dal 1959.
Come vi accorgerete appena atterrati, il clima è tropicale e resterete incantati davanti a vari crateri (molti anche sottomarini!), essendo le Hawaii isole vulcaniche. Il che, potrete immaginare, attira molti geologi, biologi e vulcanologi. Senza contare che risultano il paradiso perfetto per i surfisti.

Eccoci appena atterrati all’aeroporto di Honolulu!
No, nessuna accoglienza floreale come nei films: quei personaggini che vengono a darti il benvenuto con la collana di fiori sono mandati, generalmente, da alberghi/tour organizzati/navette per la tratta aeroporto-hotel. Insomma, ne possiamo godere solo se il nostro arrivo ad Honolulu è cosa saputa. Altrimenti, certo non possono produrre e donare la collana di fiori per ogni turista che atterra nella loro isola!
Ma i sorrisi e la disponibilità degli hawaiani che abbiamo incontrato finora, sono per noi una pioggia di petali colorati e profumatissimi che ci travolge totalmente.
Esploriamo l’isola, dai!

Come abbiamo già sentito ripeterci in aeroporto, Aloha è il loro tipico saluto (oltre che il nome dell’aeroporto!). Vale indistintamente come un “buongiorno” o “buonasera”. Diciamo che è come un nostro “ciao”, a prescindere dal momento della giornata che si sta vivendo. E quando abbiamo mostrato i documenti al controllo, avete sentito cosa ci hanno detto? Mahalo! Ci hanno ringraziati, insomma. Mahalo è semplicemente “grazie”.

Qui, quando si incontra qualcuno che si conosce, il saluto è proprio  d’obbligo, sapete? E a volte, pure un abbraccio! E nei casi più caratteristici, alle donne vengono regalati  dei fiori, infilandoli loro tra i capelli oppure appoggiando sulla testa o sulle spalle le coloratissime ghirlande in tante varietà.
Un’altra usanza che può mandare nel pallone un turista ignorante le usanze del luogo, è quella legata ad una persona che agita un pugno chiuso con il mignolo e il pollice alzati verso l’esterno. Tranquilli, questo gesto vuol solo indicare che “va tutto alla grande” e si tratta, col termine specifico, dello “Shaka”.
E mi raccomando, se ci si reca in visita da qualcuno o si sceglie di prendere lezioni di hula (la danza locale), è buona abitudine lasciare le scarpe all’esterno.
Un’usanza molto dolce è quella in cui, in segno d’affetto, le persone più anziane (anche se non facenti parte del proprio nucleo familiare) vengono chiamate “auntie” zia, o “uncle” zio. Tutto molto intimo, insomma.
Non vi azzardate a toccare la testa a qualcuno, eh! Qui, la testa è una parte del corpo sacra, ecco perchè è assolutamente considerato sconveniente e fuori luogo dare, tanto per fare un esempio, una pacca sulla testa di un bambino.
E che peccato oggi sia martedì.. Infatti, per loro il venerdì è l’ Aloha Friday”, giorno in cui si è festanti (forse per la fine della settimana lavorativa?!) e quasi sempre si indossano abiti particolari e variopinti.

A proposito di lavoro, vediamo una volta per tutte gli hawaiani con quali entrate vivono..
L’introito maggiore proviene sicuramente dal turismo, intenso in ogni periodo dell’anno. Ma la principale risorsa agricola delle isole hawaiane è la coltivazione di canna da zucchero, ananas, banane e pure caffè. Importantissime sono anche la pesca e l’industria manifatturiera.  Molto produttivi, infatti, sono il settore alimentare, quello tessile, quello del cemento ed il petrolchimico.
Insomma, le Hawaii non sono solo ukulele ed ombrellini colorati sul blue hawaiian.

A furia di parlare e camminare, mi è venuta fame.. Andiamo in qualche ristorante!
Quello lì!
Ma.. Guardate come è bello! Arioso e colorato come un carnevale!
Oh, utilizzano i bastoncini cinesi..  Ma su richiesta è certamente possibile avere delle forchette!
Scorriamo un po’ il menu..
Dunque..
Diciamo che sente molto l’influenza delle Filippine, della Cina e del Giappone, a grosse linee.
Ma cerchiamo qualcosa di più tipico!
Saimin.. Zuppa di alghe e gamberetti.. Bonito con funghi giapponesi.. Taro.. Spam.. Lau Lau..

Ed ora, a pancia piena e riposati un minimo, andiamo a passeggiare in un piccolo villaggio!
Mi raccomando, prima di scattare fotografie e/o girare filmati, è sempre meglio chiedere il permesso e, comunque, farlo con una certa discrezione. E scordatevi di arrampicarvi sui muri e muretti vari, soprattutto nei luoghi sacri in cerca di qualche scatto particolare e dettagliato. Insomma, si richiede solo un minimo di decoro.

Amici, se ad un certo punto non mi vedrete più, cercatemi in qualche bazaar: stasera festa sulla spiaggia, urgono noci di cocco per coprire il seno e gonnellino di fettucce multicolorate da far oscillare ipnoticamente al suono folk di una steel guitar.
E tanta, tanta, tanta voglia di sorridere.

La Redazione

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