La scadenza fissata per il pagamento dell’Imu è il 18/06/2012. Il pagamento di giugno avverrà con le aliquote di base fissate a livello nazionale: 0,4% (ovvero 4 per mille) per l’abitazione principale e lo 0,76% (7,6 per mille) nel caso degli altri immobili. Sempre più preoccupati i contribuenti che hanno calcolato l’imposta grazie alle guide presenti on line e hanno seguito le istruzioni per la compilazione del modello F24.
Ma a tremare sono anche le imprese. La stangata si profila ancora più dura per negozi e immobili delle imprese con aumenti dal 100% al 200%.
Nel 2012 per negozi e uffici si arriverà a pagare fino a tre volte e mezza in più rispetto alla vecchia imposizione Ici del 2011. Per i proprietari di capannoni industriali, un rincaro del 155%: i nuovi moltiplicatori applicati alla rendita catastale gonfiano di un quinto, del 20%, la base imponibile di centri commerciali e capannoni, del 60% quella degli uffici e del 62% quella dei negozi.
I rincari piu’ alti per l’Imu si registrano a Milano: negozi, uffici e capannoni (sino al 243%) , Cagliari e’ seconda in Italia con un aumento della tassa su negozi sino al +185,8%, sugli uffici (+182,7%), sui capannoni e centri commerciali (+112%).
Inoltre la CGIA di Mestre ha monitorato le 21 Amministrazioni che hanno deliberato l’aliquota dell’Imu da applicare sui capannoni industriali e l’hanno comunicata al Dipartimento delle Finanze. Gli imprenditori di Caserta, di Pesaro, di Savona e di Rovigo subiranno un aumento medio annuo, rispetto al 2011, del +82%; in questi Comuni gli aggravi in termini assoluti oscilleranno tra gli 749 euro del capoluogo polesano e i 1.378 euro del comune campano. Ad Arezzo (aumento del +77% rispetto l’Ici), ad Udine (+72%) e a Firenze (+70%), invece, gli aumenti saranno tra i 340 euro in più per gli aretini sino ai 471 euro aggiuntivi in capo agli imprenditori fiorentini. Anche in quelle realtà comunali dove è stato deciso di mantenere l’aliquota base, gli aumenti per le imprese saranno molto importanti.
A Pordenone l’aggravio con l’Imu sarà pari a 989 euro (+66% rispetto all’Ici), a Pavia di 597 euro (+35%), a Brindisi di 2.514 euro (+30%), a Gorizia di 206 euro (+30%), a Vicenza di 749 euro (+30%) e ad Oristano di 222 euro (+30%).
Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre commenta che rispetto all’ICI, la base imponibile è variata a seguito dell’incremento del coefficiente moltiplicatore, che è passato da 50 a 60.
Inoltre, per l’anno 2013 è previsto un ulteriore incremento del coefficiente moltiplicatore di altri 5 punti: “C‘è il pericolo che molte aziende non ce la facciano a sopportare un carico fiscale aggiuntivo così gravoso. Per questo è necessario che il Governo, che ne ha facoltà entro il 10 di dicembre 2012, riveda al ribasso l’aliquota base, al fine di evitare un inaccettabile aumento della pressione fiscale sulle imprese che già in questo momento non ha eguali in quasi tutta Europa“.
Tutto questo in un clima di malcontento generale: ci si aspetta una ripresa economica che non avviene, e i conti pubblici non vanno a posto. Intanto il presidente dell’ Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Graziano Delrio al termine di un vertice a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti, il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e il titolare della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, ha annunciato che dal 2013 l’imposta sugli immobili tornerà municipale: “Il Governo ha preso un impegno preciso. Dopo la prima rata dovremo ragionare su come verrà realizzato questo cambiamento, ma l’elemento più importante è che il passaggio ai Comuni dell’imposta consentirà un abbassamento delle aliquote”.
Giusy De Angelis
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