Ben ritrovati, cari girelloni!
L’estate sta pian piano volgendo al termine ma non la nostra voglia di fare la valigia e partire.
E sapete che il mio trolley è sempre ai piedi del letto, pronto ad una nuova avventura.
Oggi vi porto.. Vi porto.. Uhm.. In India!
Quanti di voi ci son già stati?
Andiamo, dai.. Ho qualcosa da raccontarvi circa il Ganesh Chaturthi!
No, così non capite.. Mh.. Vinayaka Chaturthi !
No, non vi son stata di grande aiuto..
Ecco, sì! Il Ganesh Festival!
Questa festività è celebrata in tutta l’India, quindi possiamo andare in qualsiasi zona.
Ed io vi propongo Nuova Delhi, con Jama Masjid, la più grande moschea indiana ovviamente.
Venite, incamminiamoci.
Intanto vi domando.. Ma Ganesh, cosa o chi è?
E’ un dio indù, figlio di Shiva e Parvati. Ed è simbolo di saggezza, prosperità e fortuna.
E’ un dio, e per questo il suo compleanno è festeggiato con grande entusiasmo e soprattutto devozione ogni anno, precisamente nel mese indù di Bhadrapada (tra agosto e settembre del nostro calendario, astrologicamente quando il sole transita nel segno della Vergine).
La durata del festival può essere di un solo giorno o fino ad un massimo di 11 giorni. A determinarlo è il luogo festeggiante e la tradizione ad esso legate. In questi giorni, la gente porta Ganesh (ovviamente si parla delle riproduzioni del dio, non c’è neppure da dirlo!) nelle proprie dimore ed ogni occasione pare buona per pregarlo e venerarlo anche fuori casa, il lunghissimi ed affollatissime processioni. E l’ultimo giorno del Festival, queste riproduzioni divine di Ganesh vengono fatte circolare tramite un corteo colorato e pieno di musica, tradizionalmente immersi nell’acqua.
Perché nell’acqua, mi dite? Avete ragione, ve lo spiego!
L’errore più comune che si compie in Occidente è scambiare il concetto di murti con quello di idolo: c’è una abissale differenza tra i due, poiché presso la filosofia induista le murti sono punti di focalizzazione simbolica attraverso i quali è possibile raggiungere la Divinità. Per questa ragione si intraprende l’immersione delle murti di Ganesh nei fiumi più vicini, poiché questo simboleggia il fatto che esse permettono una comprensione solo temporanea di un Essere superiore; questa concezione è pertanto opposta a quella di idolo, che tradizionalmente indica il culto ad un oggetto per l’oggetto stesso, considerato divino e..
.. Guardate che meraviglia! Il tempio Gurudwara Bangla Sahib! Lascia senza fiato..
Chissà quante storie celano queste imponenti mura..
A proposito di storia, fatevi raccontare come nasce questo festival, ovvero la leggenda mistica di questo dio indù.
Intanto andiamo in direzione del tempio Swaminarayan Akshardham, dicono che abbia dei deliziosi giardini che lo circondano.
Dunque, come ogni storia che si tramanda per voce da bisnonno a nonno e a nipote, le versioni sono più di una. Ma io mi limiterò a raccontarvi quella più popolare.
In questa versione, si vede la dea Parvati che crea Ganesh inizialmente come guardiano della propria intimità. Perché? Perché il marito Shiva non la lasciava in santa pace neppure mentre ella si concedeva un bagno o desiderava stare nelle proprie stanze private. Nulla, se lo trovava sempre intorno.
A quel punto Parvati pensò bene di creare dal nulla, letteralmente, un guardiano che sorvegliasse l’entrata della stanza mentre ella faceva il bagno. Quindi rimosse dal proprio corpo la pasta di sandalo con cui era cosparsa e con essa modellò la figura di un ragazzo, alla quale infuse vita ed alla quale cominciò a fare da madre.
Shiva, marito della donna e dio della distruzione, non tardò ad arrivare in prossimità del bagno ma trovò Ganesh. Ovviamente non lo conosceva, non sapeva minimamente chi fosse. Sapeva soltanto che gli stava impedendo l’accesso nella sala dove la moglie stava facendo il bagno.
Potete immaginare la sua furia (e come dargli torto: provate voi a trovare un aitante giovane fuori la porta della vostra consorte che si fa il bagno. E non vi permette di entrare..), furia che portò Shiva a decapitare Ganesh dopo una violenta lotta. Ma Parvati, alla vista del figlio morto, minacciò la distruzione di tutti i cieli e la terra, per dolore e per rabbia.
Shiva divenne un agnellino e riuscì a calmare la moglie imbestialita, ordinando alle ganas (le moltitudini celesti, insomma) di portargli il capo del primo essere vivente che avessero incontrato.
Ed il primo essere vivente che incontrarono fu un elefante, che fu decapitato e la cui testa fu posta sul corpo del giovane Ganesh che tornò in vita. Da allora venne chiamato Ganapathi (capo delle schiere celesti), decretando che chiunque l’avesse adorato prima di iniziare qualsiasi attività, venisse favorito.
Per questo motivo Ganesh è considerato un dio fondamentale per gli studenti che lo venerano affinchè egli illumini le loro menti.
Ganesh, il dio che rimuove gli ostacoli e che concede l’intelligenza.
Ed io credo che, ognuno di noi, abbia visto almeno una volta nella vita una rappresentazione di Ganesh.
Si presenta sempre col corpo umano e la testa d’elefante. Caratteristiche fondamentali sono il ventre obeso che ricade sul dothi (antichissimo abito indiano) ed una zanna spezzata (indica la capacità di superare ogni dualismo). E le gambe in posizioni diverse, le quattro braccia, un tridente raffigurato sulla fronte.. Ed ancora, sul suo petto il sacro cordone (a volte in forma di serpente) ed il topo come suoi veicolo tramite il quale si muove.. Simbolismo con la pala, insomma.
E’ difficile sbagliarsi o anche dimenticarlo, una volta visto.
Ed ora, dopo esserci immersi mentalmente nella leggenda indiana, perdiamoci nell’ incanto del sito archeologico di Qutab Minar, un minareto monumentale d’una imponenza unica e.. Godiamoci Nuova Delhi!
La Redazione
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