In principio era Mourinho … poi è stato il caos. Si potrebbe riassumere così la situazione allenatore in casa Inter, dopo l’addio di Leonardo, che appena qualche mese fa era subentrato a Rafa Benitez. Per capire la confusione bisogna forse partire proprio da Mourinho e più precisamente dal momento in cui è terminata l’avventura sulla panchina nerazzurra del tecnico portoghese, ovvero colui che ha portato squadra e società a vincere la Champions League.
Bielsa, Mihajlovic, Villas Boas ma anche Gasperini o Delio Rossi, piuttosto che Ancelotti, Capello, Spalletti o Hiddink: questi nomi, e gli altri che sono circolati nei giorni scorsi, non sono altro che il frutto di quell’ansia di dover essere comunque all’altezza dell’illustre predecessore.
A questo punto è d’obbligo fare una precisazione: questo articolo non intende essere un pezzo di calciomercato e l’incertezza intorno al nome del tecnico potrebbe già essersi dissipata mentre chi scrive sta ancora qui ad elencare i nomi dei papabili. Sarebbe forse già successo se Bielsa o Villa Boas avessero detto di “si”, o Capello fosse stato in grado di svincolarsi. A questo va aggiunto il fatto che la società ha necessità di chiudere al più presto il capitolo legato al nome del tecnico, per avviare così la programmazione in vista della nuova stagione. Ma che ci sia oppure no il nome del nuovo tecnico dell’Inter, di certo resterà il dato inequivocabile che viene fuori dall’incessante susseguirsi di nomi indicati come probabili allenatori, circolati in questi primi giorni del dopo Leonardo. Un dato che segnala un’incertezza e un’improvvisazione che una squadra come l’Inter non dovrebbe avere.
Cosa hanno in comune i vari Bielsa, Villas Boas, Gasperini o Capello? Ognuno di questi allenatori ha una storia diversa , pratica un gioco diverso ed è evidente che porta a strategie di mercato e di obiettivi molto diverse. Stando alle ultime notizie pare che in cima alle preferenze del presidente Massimo Moratti ci sarebbe stato Fabio Capello, ma l’approdo dell’attuale tecnico dell’Inghilterra è saltato per l’impossibilità dello stesso di liberarsi dal contratto con la federazione inglese. E così l’incertezza continua a farla da padrone.
Proprio il presidente, nei giorni scorsi , aveva provato a mettere calma, prendendo tempo e parlando di “una scelta importante”. Di certo, però, una “scelta importante” non viene fatta con tutta l’improvvisazione che è apparsa esserci negli ultimi giorni. Un’improvvisazione che ha portato a contattare Capello ma anche Bielsa e Mihajlovic, nomi, questi ultimi due, che non avevano per niente convinto i tifosi. A sondare gli umori e a leggere i commenti sui forum dei tifosi nerazzurri, i nomi di Bielsa e Mihajlovic suggerivano un anno di transizione in attesa di Guardiola, prossimo a liberarsi dal Barcellona.
Discorso a parte va fatto invece per Villas Boas, ma nel caso dell’allenatore del Porto torna prepotentemente l’ombra di Mourinho. Luís André de Pina Cabral de Villas-Boas, noto semplicemente come André Villas Boas è infatti soprannominato “The Special Two” poiché è considerato da taluni l’erede di José Mourinho. L’attuale allenatore del Porto è stato di fatto l’assistente dello “Special One”. Forse anche per questo il nome di Villas Boas è stato l’unico ben accolto dai tifosi, con tanto di gruppo su facebook di sostenitori che invitavano Moratti a portarlo in nerazzurro. Un entusiasmo subito stroncato dal direttore tecnico Marco Branca che ha dichiarato “Andres Villas Boas non sarà l’allenatore dell’Inter“, una frase che lascia poco margine alle speranze. Saltati Villa Boas e Capello, i favoriti per la panchina appaiono ora Hiddink e Spalletti, in second’ordine Gasperini. Il tutto con l’incognita Mihajlovic.
Ma questo, come detto, non è un pezzo di calciomercato. Chiunque sia il prossimo allenatore dell’Inter, la dirigenza nerazzurra ha dimostrato quanto meno di non avere le idee chiare. Uno smarrimento dovuto all’improvviso addio di Leonardo, oppure all’ansia ancora avvertita di dover essere all’altezza di Mourinho.
D’altronde un po’ di confusione è stata dimostrata anche nella gestione dell’ex Benitez: accolto con tutti gli onori, tenuto nelle difficoltà e cacciato da campione del mondo. Una gestione su cui ha pesato, ne siamo certi, il continuo paragone con lo “Special One”, anche se, modesto parere del sottoscritto, l’Inter di Benitez esprimeva un gioco decisamente più piacevole di quello dell’Inter targata Mourinho.
Umberto Rennella
Riproduzione Riservata ®