Alcuni uomini e alcuni partiti politici auspicano un dialogo o una trattativa con l’Isis (Stato islamico dell’Iraq e del Levante), similmente a come si poteva fare negli anni ’70/’80 con le Brigate Rosse: il paragone però è molto diverso.
Che cosa è l’Isis, innanzitutto?
E’ un gruppo terrorista presente in Siria e in Iraq che si è autoproclamato califfato nei territori che occupa: promuove l’intolleranza e la violenza religiosa.
Numerosi civili americani, inglesi o semplicemente non appartenenti all’Isis sono stati uccisi, talvolta attraverso atroci filmati: questo ha provocato lo sdegno del mondo intero ed ha scatenato la volontà degli Stati Uniti (e dei loro alleati) di bombardare e distruggere il califfato.
L’ideologia originaria delle Brigate Rosse era diversa ma non meno sanguinaria: essa si ricollegava ai principi del marxismo, accentuandone i passaggi sociali con la violenza armata.
E’ giusto prima di tutto rilevare due cose:
Qui non si vuole difendere le Brigate Rosse, che furono una pagina nera della storia del nostro paese, ma neppure giustificarle: semplicemente si devono far notare le differenze, secondo cui le Br diventano un “male minore”.
Quando si parla di Brigate Rosse, s’intende il primo periodo, dal fine anni ’60 fino ai primi ’80: in seguito divennero puramente sanguinarie e neppure lo stato volle più trattare con loro.
In primo luogo le Br non furono solo omicidio (come nel caso Isis) ma attuarono altre dimostrazioni diverse.
Ad esempio il sequestro di stampo intimidatorio (così si caratterizzarono le prime azioni), dal tempo più o meno lungo: sia per ottenere denaro (più raramente) sia per dimostrare la forza del movimento (ad esempio attuando sequestri- lampo verso dirigenti aziendali).
Non sempre puntarono al mero assassinio dell’individuo, ma magari semplicemente sparavano alle gambe (la famosa “gambizzazione”) come segno di avvertimento.
A parte tanti tragici omicidi a freddo (Casalegno, Bachelet, Coco e tanti altri) le Brigate Rosse spesso uccisero per volontà di singoli (Guido Rossa) o per vendetta (Roberto Peci), oppure puntarono alle trattative (fallita con Aldo Moro, riuscita con Sossi, Cirillo o D’urso).
Difatti, seppur attraverso mezzi intimidatori delle Br, lo stato riusciva a trattare con le Brigate Rosse e molti prigionieri furono liberati: anche nel terribile caso di Aldo Moro, le Br insistettero fino all’ultimo per trattare.
Si può forse pensare di trattare con dei terroristi islamici ? la cui unica merce di scambio è il denaro (talvolta le Br richiedevano scambi di prigionieri o regimi meno duri verso i loro compagni in carcere) o addirittura la distruzione dell’occidente infedele?
Infine le Brigate Rosse furono sconfitte attraverso il pentitismo: gente che rimaneva della propria idea ma senza estremizzazioni armate.
E’ forse possibile la stessa cosa nel movimento dell’isis? In cui l’unica volontà dei terroristi è di sacrificarsi alla causa?
Antonio Gargiulo
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