Si stanno organizzando per me grandi festeggiamenti quest’anno: sto per compiere cinquant’anni! Si, ma solo cinematograficamente! In realtà, all’anagrafe sono un po’ più vecchiotto: ho ben ottantotto anni! Le persone della mia età se ne stanno quiete ai giardini, o nei centri anziani a giocare a carte con baldanzosi coetanei. I più in forma ancora azzardano qualche liscio sulla pista. Io no, sono ancora in servizio attivo! Ma andiamo con ordine: nasco nel 1924 da madre svizzera e padre scozzese. Alla tenera età di 11 anni un tragico incidente mi priva dei miei genitori. E’ mia zia Charmian ad occuparsi di me a Canterbury. E’ molto gentile e comprensiva con me, anche quando combino le diavolerie che mi fanno espellere dalla prestigiosa università di Eton. Passano gli anni e, grazie alle mie capacità personali, al mio fascino e alla conoscenza perfetta di almeno tre lingue riesco finalmente a trovare la mia dimensione professionale. Faccio un lavoro che mi appaga e mi gratifica. Servo la mia nazione con fedeltà, stile e assoluta dedizione. Non disdegno la buona compagnia femminile, me ne hanno affiancate tante durante questi anni di onorato servizio! Ma due hanno lasciato il segno: la bruna Vesper Lynd, che preferì la morte al tradimento nei miei riguardi (doveva fingersi interessata a me per spiarmi ed invece … cadde letteralmente ai miei piedi fino a decidere di togliersi la vita pur di non consegnarmi al nemico) e la dolce Tracy, che perse la vita tragicamente il giorno delle nostre nozze…..
Cosa volete, così è la vita. Le donne mi hanno sempre ronzato intorno, come le api girano attorno ai fiori: non è mai per ammirare il fiore ma per rubargli il nettare…. Ci ha pensato Kissy Suzuki a darmi il colpo di grazia: regalandomi un figlio che non ho mai conosciuto e che è cresciuto lontano da me. Come potete vedere ho vissuto una vita davvero travagliata sul fronte sentimentale. Ma non c’è confronto con quello che ho passato sul fronte professionale. Guerra fredda, lavaggi del cervello, torture, fughe rocambolesche, lanci con improbabili paracadute, il classico smoking sotto la muta stagna, un gadget sempre nuovo da tirare fuori all’ultimo momento per difendermi da tutti coloro che mi vogliono morto. E così, fra un Martini “agitato, non mescolato” ed una corsa in Aston Martin sono ancora qui con voi. Per la mia nazione sono diventato un simbolo, come Freddie Mercury e il ponte di Londra. Alle ultime Olimpiadi ho accompagnando personalmente sua Maestà la Regina Elisabetta II alla cerimonia di apertura!
I più giovani mi chiederanno “Ma come ti chiami, qual è il tuo nome…..?”
“Beh, lo sanno tutti, il mio nome è Bond, James Bond……………”
Elisabetta Piras
Riproduzione Riservata ®