L’8 Marzo, proclamata nel 1977 dall’Unesco Giornata Internazionale della Donna, è simbolo da molti anni delle vessazioni che le donne hanno subito nel corso della storia. In molti fanno risalire la scelta di questa data per celebrare la figura femminile nel mondo ad un terribile incendio che l’8 Marzo 1908, avrebbe distrutto la fabbrica Cotton di New York (anche se alcuni segnalano che la città fosse Chicago), nel quale avrebbero perso la vita circa 129 operaie, bloccate nei locali dello stabilimento durante uno sciopero. Secondo la storia fu il proprietario, stanco delle richieste delle proprie lavoratrici, ad appiccare il fuoco alla fabbrica, provocando la morte delle donne chiuse all’interno. L’8 Marzo ricorderebbe, dunque, il sacrificio delle lavoratrici, morte nel tentativo di ottenere i diritti che spettavano loro. Tuttavia, nel corso degli anni, studi accreditati hanno dimostrato che tale incendio non si verificò mai e che lo stabilimento Cotton non sia neppure realmente esistito. Ma allora, perché l’8 Marzo si festeggiano le donne? E perché quest’anno a opinione di molti ne ricade il centenario, che altri hanno festeggiato già nel 2008?
La risposta è semplice: se è vero, infatti, che la Giornata Internazionale della Donna – meglio nota oggi come Festa della Donna – affonda le sue radici in motivazioni storiche, politiche e culturali, è anche possibile affermare che la sua origine è piuttosto difficile da ricostruire, essendo fondata su elementi controversi e teorie discordanti che hanno finito per intrecciarsi e mescolarsi nel corso del tempo, generando delle vere e proprie leggende metropolitane.
In molti credono ancora che l’incendio alla fabbrica Cotton sia realmente avvenuto: il settimanale La lotta edito dal Partito Comunista Italiano, riportò, nel 1952, il tragico avvenimento citandolo come causa originaria della Giornata Internazionale della Donna, e corredando l’articolo di immagini che presto si rivelarono soltanto abili fotomontaggi. La notizia originale, riportata invece dal New York Times, che contribuì alla costruzione di tale leggenda, descriveva, attraverso testimonianze dirette, l’incendio – citando persone che sostenevano di aver visto le ragazze buttarsi giù dalle finestre dello stabilimento per sfuggire alle fiamme. Psicosi collettiva, forse? No, piuttosto una colossale svista storica.
Pare, infatti, che l’incendio a cui si facesse riferimento fosse quello avvenuto, per cause del tutto accidentali, alla newyorkese Triangle Shirtwaist Company il 25 marzo 1911, nel corso del quale persero la vita numerosi lavoratori (per la maggior parte donne), costretti a subire dai proprietari dello stabilimento tessile condizioni lavorative malsane ed illecite, al limite dello sfruttamento. Certamente, tale avvenimento può essere assunto a simbolo delle vessazioni subite dalle lavoratrici e sembra, tra l’altro, essere tale per chi oggi celebra il centenario della Giornata Internazionale della Donna; è anche vero, però, che secondo altre fonti storiche, il primo Women’s day della storia fu celebrato in America il 28 Febbraio 1909 quando, in occasione della richiesta politica di concedere il voto alle donne, il Partito Socialista Americano dichiarò l’ultima Domenica di Febbraio “giornata a favore del diritto di voto femminile”. L’anno successivo l’evento sarebbe stato ripetuto: questa volta alla protesta politica andarono ad intrecciarsi le ragioni sindacali e la Giornata delle Donne fu dedicata ad un gruppo di operaie newyorkesi che, in difesa dei propri diritti, avevano scelto di scioperare dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909.
In altri paesi la Giornata delle Donne sarebbe stata istituita solo anni dopo (Germania, Austria e Danimarca la introdussero già dal 1911 e la Russia nel 1913; mentre in Italia la prima Giornata della Donna fu proclamata soltanto nel 1922) e le date prescelte per l’evento sarebbero state diverse, legate in genere a tappe storicamente importanti per la storia nazionale di ciascun paese: in Germania, ad esempio, la prima Festa della Donna fu celebrata il 19 marzo, su sollecito del Segretariato Internazionale delle Donne Socialiste, poiché in quella data del 1848 il re di Prussia aveva dovuto rendersi conto della forza del proprio popolo in rivolta e aveva dovuto cedere ad alcune sue richieste, promettendo, tra l’altro, di concedere il voto alle donne.
In questi primi anni di vita la festa della donna non fu celebrata tutti gli anni: in particolare con lo scoppio della Grande Guerra, la giornata andò progressivamente dimenticata in favore di problematiche assai più gravose. Eppure, molti storici sono concordi nell’affermare che l’evento più significativo, che rese l’8 marzo – e non più l’ultima Domenica di Febbraio – Giornata della Donna, sia avvenuto proprio negli anni della Prima Guerra Mondiale, durante la Rivoluzione Russa di Febbraio, quando l’8 Marzo 1917 (il 23 febbraio, per il calendario all’epoca in vigore in Russia), le donne scesero tra le strade di San Pietroburgo per invocare pacificamente la fine della guerra civile. Quella protesta, che vide protagoniste le donne russe, diede inizio ad altre numerose manifestazioni che portarono successivamente al crollo dello zarismo.
In Italia, anche a causa delle due Guerre Mondiali, alla Giornata della Donna non fu mai data particolare attenzione, finché l’Unione delle Donne Italiane decise di celebrarla l’8 Marzo 1945, un anno dopo la sua costituzione, mentre a Londra veniva approvata la Carta della Donna, contenente le prime richieste all’Onu di pari opportunità.
Oggi, soprattutto nel nostro paese, le donne sono più che mai impegnate nella lotta per la difesa dei propri diritti, della propria dignità, dell’essere donna. Meno di un mese fa in tante sono state protagoniste della manifestazione “Se non ora quando?”, e oggi molti sono gli eventi programmati per discutere della condizione femminile nella società attuale. Nonostante per la maggior parte delle donne – giovani e meno giovani – l’8 Marzo sia diventato soltanto un giorno da trascorrere con le amiche girovagando per locali, sembra davvero opportuno riaprire una riflessione seria sul ruolo della donna nella società, sui diritti non riconosciuti, sul poco spazio che le è concesso nel lavoro e nella ripartizione del potere decisionale. Restituiamo senso alla Giornata Internazionale della Donna ricordando le origini e le motivazioni storico-culturali profonde che ne sono la base: scopriremo, probabilmente, che la cultura cui oggi sottostiamo non è poi tanto diversa da quella del passato, qualunque sia la teoria fondante alla quale sceglieremo di credere.
Sara Di Somma
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