Pierpaolo Marino li chiamava i “soloni del calcio” ovvero i cosiddetti moralisti da due soldi che sparano a zero su qualsiasi cosa vada contro i loro interessi e non possono essere definiti diversamente.
In questo periodo, dei sopracitati soloni, ne stanno spuntando un bel po’. Da Adriano Galliani, punta dell’iceberg, a giornalisti di basso livello, di quasi certa provenienza leghista, che stanno scrivendo pezzi da centocinquanta colonne sullo “scandalo” in merito alle dichiarazioni di simpatia che il Ct azzurro Cesare Prandelli ha espresso verso il Napoli.
Ciò che viene da domandarsi è? Ma perché tanto rumore?
E’ bene ricordare che quando in panchina sedeva l’ex ct azzurro e attuale selezionatore dell’Irlanda, Giovanni Trapattoni, si parlava un giorno si e un giorno di come la lotta per lo scudetto fosse un gioco tra le solite “grandi”. E come dimenticare di Marcello Lippi che mandava ogni giorno messaggi d’amore alla sua Juventus e alla squadra che a lungo lo corteggiò, il Milan. La storia degli allenatori della nazionale italiana è fatta di messaggi d’amore verso le solite tre squadre a strisce. Del resto lo stesso Prandelli, nonostante il campionato disastroso della Juventus continua a chiamarne dai cinque ai sette giocatori.
E allora di nuovo la domanda. Perché tutto questo scandalo?
L’ex viola ha espresso semplicemente la sua ammirazione verso una società che attraverso investimenti mirati, la scelta dell’allenatore giusto e un ambiente (i tifosi) che fa la differenza riesce ad essere a tutt’oggi la seconda forza del campionato.
Proprio non si riesce a capire dove, quindi, i suddetti soloni vedano delle irregolarità nei confronti del campionato. I moralisti stanno crescendo come i funghi e tutt’a un tratto tutti vogliono le tecnologie in campo solo perché l’arbitro Banti non ha dato un gol a Brocchi, proprio come successe con Maggio qualche domenica fa, ed anche con Cavani contro il Brescia. DUE GOL FANTASMA…eppure nessun caos mediatico.
Se ci si ferma a pensare si diventa matti.
Parafrasando Orwell “Tutti le squadre sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre” e non solo a livello mediatico.
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito in settimana ha dichiarato che è troppo facile ripartire da zero, eliminare i debiti e non pagare, cosa che invece sta facendo lui.
L’accademico latino dovrebbe però ricordare che il Napoli è stato fatto fallire per un totale di debiti che ammontava a circa settanta milioni ed è dovuto ripartire dalla C pagandone comunque la metà (De Laurentiis, come molti ricorderanno, per acquisire il titolo sportivo sborsò più di trenta milioni che andarono alla fallimentare), mentre la Lazio “per questioni di ordine pubblico”, dichiarazioni alla lettera del Presidente pluri-conflitto d’interesse Berlusconi, si salvò dal fallimento evitando la vergogna della C, evitando gli sputi, evitando la distruzione di una squadra ed evitando di spendere tanti soldi. Difatti i 140 milioni di debiti della squadra laziale sono stati spalmati in così tanti anni, che probabilmente neanche le progenie a venire riusciranno a vedere il conto biancoceleste sanato.
Ma di tutto questo ovviamente ci si dimentica.
Napoli è la città della munnezza, così come voluto dai governi del nord, e tale deve restare in qualsiasi ambito. Perciò grande scandalo è se un Commissario Tecnico, che tra l’altro comunque è restio a convocare in azzurro i calciatori napoletani, esprime apprezzamenti verso una società che ha saputo fare il suo percorso vincente un passo alla volta, dimostrando che il danaro è importante ma non è l’unico elemento (ma forse nelle zone nordiche hanno dimenticato quali possono essere altri valori oltre al vil danaro).
Perciò noi napoletani brindiamo a voi soloni del calcio, non prendetevela troppo se i vostri soldi non vi danno la felicità, in fondo ci sono anche altre cose nella vita, no?
Un’ultima riflessione sul calcio giocato è d’obbligo: il campionato ovviamente non è ancora finito e quindi i conti si faranno alla fine. Il Napoli è secondo e necessita di quattro punti in più rispetto al Milan per arrivare al sogno. Con molta probabilità non succederà, ma se dovesse succedere… i napoletani vi inviteranno ancora a brindare con loro perché in fondo: NOI AMIAMO TUTTI.
Marco Branca
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