La sentenza che condannava il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, è stata annullata e rinviata a Palermo in presenza di altri giudici. Questa l’ordinanza presa dalla Cassazione presieduta da Aldo Grassi, che a distanza di diciotto anni, ha deciso di rinviare ancora un processo che vede Dell’Utri colpevole di aver favorito le trattative fra Stato e Mafia. Si parla di un processo pieno di lacune giuridiche e contraddizioni, che devono essere chiarite prima di mettere in atto la condanna.
Il procuratore generale, Francesco Iacovello, ha aperto un dibattito sul reato di concorso esterno: «Si sostiene l’esistenza del reato di concorso esterno in associazione semplice fino al 1982, poi si parla di concorso esterno in associazione mafiosa fino al ’92. Nessuno ha mai sostenuto una tesi del genere. Voi sareste i primi. Il concorso esterno in associazione mafiosa è diventato un reato autonomo in cui nessuno crede. Io ne faccio una questione non a favore dell’imputato, ma a favore del diritto». Intanto Dell’Utri sembra sereno, e fiducioso nella giustizia. «Affronterò il nuovo processo ancor più convinto della mia innocenza che ho testimoniato in tutti questi anni».
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